“Una bellissima piazza, una partecipazione davvero enorme che dimostra come la gente non cade nella propaganda, che ci siamo stancati di chi pensa di trasformare palazzo Chigi in Beautiful, che c’è bisogno di cambiare e che le politiche che il governo sta facendo non hanno il consenso del paese”. Il leader della Cgil Maurizio Landini è soddisfatto dei 30mila partecipanti (dato confermato dalla Questura) alla manifestazione unitaria con Cisl e Uil a Bologna per chiedere un cambio delle politiche sul lavoro del governo dopo il decreto del Primo maggio. “Serve cambiare musica: combattere la precarietà come ci chiedono i giovani, aumentare davvero i salari con una riforma fiscale che colpisca la rendita e politiche che mettano al centro la qualità del lavoro e lo sviluppo del paese”, ha ribadito Landini. “Questo livello di precarietà sta creando problemi anche sociali. Chiediamo che tutte le persone che lavorano abbiano stessi diritti e stesse tutele e che siano tassati i profitti e gli extra profitti oltre a far pagare le tasse a chi non le ha mai pagate. Solo così si può tornare ad investire sulla sanità e sulla scuola, diritti fondamentali”, ha aggiunto. Dal palco ha anche detto che “la vera solidarietà è se quelli che stanno meglio si battono per chi sta peggio. In ogni luogo di lavoro dobbiamo essere noi, sindacati di categoria, ad aprire le vertenze per fare in modo che chi è precario diventi stabile e non sia più ricattabile“.
Landini, sfilando alla testa del corteo della Cgil, ha sottolineato l’importanza della mobilitazione dei sindacati, che il 13 maggio saranno in piazza a Milano e il 20 a Napoli. Ma si arriverà allo sciopero generale? Su questo le sigle hanno posizioni molto diverse, come sulla postura da tenere rispetto all’esecutivo. “Non escludiamo nulla, gli scioperi generali non si minacciano ma si fanno quando è il momento di farli”, ha risposto Landini. Ma per il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri, “uno sciopero generale in questo momento non serve, farebbe lavare la coscienza a tutti. Noi non abbiamo cancellato il termine ‘sciopero generale’ dal nostro vocabolario ma, insistiamo: serve una mobilitazione lunga per condizionare le scelte del governo e cambiare le sue politiche. E a questo ha risposto questa piazza che fa vedere al governo quanti condividono le nostre idee”.
Il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, che nei giorni scorsi al contrario della Cgil ha detto di apprezzare il nuovo taglio del cuneo contributivo, dal canto suo auspica che dopo l’incontro di domenica scorsa convocato meno di 24 ore prima del cdm dal governo arrivi “un segnale forte per un dialogo e confronto che non può essere una tantum. Non ci accontentiamo dell’incontro del 30 aprile scorso. Deve confrontarsi con noi attraverso il dialogo sociale per sostenere crescita e sviluppo, qualità e stabilità del lavoro, per contrastare alle tante diseguaglianze di genere, generazionali, geografiche, territoriali”. “Bisogna contrastare l’inflazione – ha aggiunto Sbarra – che continua a erodere e a mangiare pezzi di retribuzione e pensioni con una nuova politica dei redditi che metta sotto controllo prezzi e tariffe, che argini la speculazione, che ci aiuti a rinnovare i contratti pubblici e privati, che riduca le tasse a dipendenti, pensionati e alle famiglie”. Per quanto riguarda la riforma fiscale “bisogna capire che la tassa o è piatta o è progressiva. Si vuol inserire la flat tax? Allora la si preveda per tutti, aboliamo il sostituto di imposta per lavoratori e pensionati e mettiamo il lordo in busta paga”. La riduzione del cuneo “l’abbiamo chiesta noi, è una nostra rivendicazione: va bene, dunque, ma è solo momentanea e noi vogliamo che sia resa strutturale. E poi sserve ripristinare Opzione donna, da un lato, e rinnovare i contratti e detassare gli aumenti contrattuali, dall’altro”. Altrimenti? “La nostra pazienza ha un limite e saremo più che mai determinati ad ottenere un cambio delle politiche del governo”. Nessun riferimento esplicito allo sciopero.
Poi è arrivato un appello per i partiti di opposizione, condiviso da Bombardieri: “Chiediamo alle forze politiche nelle piazze di impegnarsi sostenendo le nostre priorità in Parlamento, ma noi ci teniamo molto alla nostra autonomia. Quanti condividono le nostre ragioni siano coerenti e conseguenti nell’impegno parlamentare. Le manifestazioni sono squisitamente sindacali e restano centrate sulla piattaforma che abbiamo deciso in modo unitario”.
Il messaggio sembra diretto alla segretaria del Pd Elly Schlein, che ha partecipato alla manifestazione e mentre parlava con i giornalisti è stata contestata da alcuni iscritti Uil al grido di “vai a casa”, “via la politica dalla piazza”, “questo è sindacato non è la politica”. Schlein ha ribadito la contrarietà al decreto Lavoro che “dietro a un taglio del cuneo che non è sufficiente e temporaneo nasconde norme che aumentano la precarietà e che dicono che le causali dei contratti a termini possono essere stabilite nel confronto tra le parti come se le parti avessero lo stesso potere. Una parte che è in grado di dare lavoro e un’altra che ha bisogno del lavoro per mangiare”. Fare queste scelte “vuol dire rendere lavoratrici e lavoratori molto più ricattabili” e “tra i giovani c’è la paura del futuro perché se hai contratti così precari è difficile costruirsi un futuro e una famiglia per questo insistiamo che la questione della crisi della natalità è molto collegata alla precarietà”. Schlein ha promesso che “come Pd scegliamo di essere la fianco di questa mobilitazione e portiamo avanti queste battaglie in Parlamento e nel Paese. Ci stiamo battendo molto per il salario minimo e sulle tutele del nuovo lavoro digitale”. Con il leader M5s Giuseppe Conte, chenon è a Bologna, “ci siamo sentiti anche ieri, non sempre le agende si incrociano, ma sono convinta che su queste battaglie ci sia con lui e con il M5s una convergenza. Non solo sul tema del lavoro di qualità e del salario minimo. Dialogheremo in Parlamento per unire i nostri sforzi”.