di Alessio Andreoli

Facendo un po’ di zapping trai vari canali mi imbatto in alcune dirette, l’incoronazione di Re Carlo ed il messaggio di Silvio Berlusconi alla convention di Forza Italia. La prima considerazione che mi viene in mente è: le coincidenze sono davvero bizzarre, nello stesso momento due protagonisti cavalcano il palco dei media, certo a volte la casualità va un po’ aiutata perché da sola non sempre soddisfa le esigenze della politica.

Naturalmente la diretta dalla convention è stata trasmessa da una delle numerose reti di Mediaset, l’ammiraglia Rete4 quella che era terreno intoccabile del fedelissimo (nomen omen) Emilio Fede. Non essendo appassionato di gossip né amante della monarchia, ho scelto di ascoltare il vecchio e spaventato Silvio. Sì, spaventato perché era palese che abbia visto la morte in faccia così come è palese la sua malcelata senilità. Il segnale della sua senescenza avanzata è evidente nelle nostalgiche parole per infuocare e ravvivare la platea della convention. Ha rispolverato il vecchio cavallo di battaglia del comunismo e si è dilungato parecchio su questo. E’ arrivato a dire che i comunisti, la sinistra occupa il parlamento solo per avere uno stipendio sicuro mentre lui con i suoi collaboratori sono entrati in politica per difendere la libertà. Mentre parlava mi sono venuti in mente i parlamentari di Forza Italia nominati nelle liste chiuse solo perché fedeli a lui, un paio di esempi per tutti l’avvocato personale Ghedini e la badante Fascina.

Ha concluso liquidando con poche parole l’attività di FI nel governo. Praticamente tutto il messaggio è stata un’auto celebrazione che mi ha dato l’impressione di essere stata soprattutto un modo per nascondere l’incapacità di stare al passo coi tempi, un modo per sfuggire alla dura ma inevitabile realtà a cui ti mette di fronte il passare del tempo, la realtà che la senilità limita i tuoi movimenti, limita le tue capacità cognitive, riduce al lumicino le tue energie obbligandoti a concentrarti solo sulla tua salute.

In pratica Silvio mi è apparso cosciente e consapevole di non essere più all’altezza di affrontare gli impegni politici. C’è di bello che i nostri parlamentari non hanno l’obbligo di presentarsi in Parlamento, possono fare il cavolo che vogliono perché non rispondono a nessuno, nemmeno agli elettori che li hanno votati, non devono chiedere ferie se vogliono assistere un famigliare malato come fa la Fascina con Berlusconi, né devono chiedere al datore di lavoro l’aspettativa senza stipendio.

L’altra considerazione che mi saltella nella mente è sul recente report della classifica dei paesi in base alla libertà di stampa. Classifica da cui risulterebbe che l’Italia ha migliorato la propria posizione rispetto ai report precedenti. Credo che qualche cosa non funzioni nei criteri di valutazione, ma quale altro discorso alla convention di un leader di partito che ha ricevuto l’8% dei voti sarebbe stato trasmesso in diretta esattamente come l’incoronazione di un Re?

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!
Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

B.COME BASTA!

di Marco Travaglio 14€ Acquista
Articolo Precedente

Il futuro del giornalismo. Digitale. Artificiale? Il 5 maggio a Napoli una conferenza nazionale con Carlo Bartoli, Guido Scorza e Peter Gomez

next
Articolo Successivo

Michela Murgia è divisiva, ma ciò che dice sulla morte e la malattia non deve esserlo

next