Secondo quanto riferisce La Stampa, che in un articolo a firma di Alberto Mattioli raccoglie i retroscena della vicenda, Lissner avrebbe usato un tono "fra il sarcastico e l'indignato", passando poi la palla ai suoi avvocati
“L’Italia è un Paese particolare. Se vogliono distruggere il teatro, basta fare quello che stanno facendo. Alla fine, non sono né il primo né l’ultimo“. Così avrebbe detto l’attuale sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli, Stephane Lissner, commentando con i suoi collaboratori il decreto del Consiglio dei Ministri che stabilisce che dal primo giugno dovrà cedere il posto a Carlo Fuortes, attuale amministratore delegato della Rai a sua volta in via di sostituzione da parte del governo Meloni. Secondo quanto riferisce La Stampa, che in un articolo a firma di Alberto Mattioli raccoglie i retroscena della vicenda, Lissner avrebbe usato un tono “fra il sarcastico e l’indignato”, passando poi la palla ai suoi avvocati. Il direttore francese – 70 anni appena compiuti e un curriculum illustre che lo ha visto passare dallo Châtelet di Parigi al festival di Aix, dalla Scala di Milano all’Opéra di Parigi – ha infatti già annunciato che farà ricorso contro la decisione, probabilmente con una procedura d’urgenza al giudice del lavoro: “Sono sei mesi che provano a farmi fuori”, lo sfogo a cui si sarebbe lasciato andare nel dietro le quinte del San Carlo.
Fonti del governo assicurano che la norma è blindata, con l’avallo dell’avvocatura dello stato, ma la prima decisione spetta al consiglio di indirizzo della Fondazione del San Carlo che deve fare la proposta di nomina, che viene poi ratificata dal ministero. L’organismo è presieduto dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e composto anche da due rappresentanti del ministero della Cultura, da uno della regione e uno della città metropolitana. Il primo cittadino esprime cautela. “Lissner fino ad adesso ha fatto un lavoro straordinario e credo che non ci sia alcun giudizio negativo su di lui ma solo giudizi positivi – afferma -. Adesso valuteremo questa norma e ci muoveremo di conseguenza”. Non ha risparmiato critiche in passato, invece, a Lissner il governatore, Vincenzo De Luca. “La verità è amica del tempo come dicevano gli antichi latini – afferma -. Vedrete che, tra qualche settimana, diranno che anche in quel caso la Regione Campania ha pienamente ragione”.
A Roma si aspettano che il consiglio di indirizzo faccia la proposta di Fuortes già la prossima settimana, ma a Napoli non mancano i dubbi sull’opportunità di procedere con un ricorso pendente e c’è chi assicura che non si farà nulla prima del primo giugno. Certo è che l’Ad attende il conferimento dell’incarico per procedere poi con le dimissioni dalla tv pubblica, che aprirebbero la strada alla nomina del successore Roberto Sergio e poi di Giampaolo Rossi come direttore generale. Il decreto potrebbe però avere riflessi più generali sul mondo delle fondazioni liriche perché – sottolineano nel Pd – “rischia di far saltare senza motivo molti sovrintendenti”. In primis quello dell’altro sovrintendente francese, Dominique Meyer, attualmente alla Scala di Milano: ufficialmente, il suo mandato scade nell’aprile 2025 ma questo punto non si esclude un avvicendamento anticipato.