“Credo sia importante che ognuno faccia al meglio quello che può fare, credo di poter essere più utile al Paese nel mio ruolo di grillo parlante, di divulgatore”. Carlo Cottarelli ha così annunciato le sue dimissioni da senatore in quota Pd dopo solo una manciata abbondante di mesi dall’inizio della legislatura, per andare a dirigere un progetto dell’Università cattolica nelle scuole superiori.

“Forse non è stato così in passato, ma c’è in questo momento storico un’estrema conflittualità fra minoranza e opposizione – ha spiegato l’economista, intervistato a Che tempo che fa, parlando di ciò che l’ha deluso nella sua breve esperienza in Parlamento -: faccio qualche esempio, è prassi che le minoranze presentino degli emendamenti, io ho visto che sistematicamente sono rigettati. Tanto quanto, spesso le minoranze propongono emendamenti quasi solo per fare ostruzionismo. Mi aspettavo un atteggiamento meno conflittuale”.

Inoltre Cottarelli ha raccontato che “essere un uomo di parte dà meno credibilità alle cose che si dice”. E in ogni caso l’Università Cattolica gli ha chiesto “di andare a dirigere un programma per l’educazioni delle scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori” in tutta Italia. Un impegno che “non è compatibile con il Senato e quindi ho deciso di rinunciare alla posizione di senatori e quindi mi dimetterò la prossima settimana”.

In una lettera del senatore uscente a Repubblica si legge un’altra parte della storia. Quella che riguarda il rapporto tra Cottarelli e la nuova segreteria del Pd. “È innegabile (basta vedere la composizione della nuova Segreteria) che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo – scrive il quasi ex senatore al quotidiano della famiglia Agnelli -. Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra. La scelta alle primarie è stata netta e i sondaggi la premiano. Un Pd più a sinistra può trasmettere un messaggio più chiaro agli elettori, cosa essenziale per un partito politico. Ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi“.

Il primo di tutti è quello che riguarda “il principio del merito” che “era molto presente nel documento dei valori del Pd del 2008, l’ultimo disponibile quando decisi di candidarmi. Manca invece in quello approvato a gennaio 2023 e nella mozione Schlein per le primarie. A livello più specifico, di recente ci sono stati diversi casi in cui non ho condiviso le posizioni prese dal Pd, per esempio su aspetti del Jobs Act, sull’aumento delle accise sui carburanti, sul freno al Superbonus e sul compenso aggiuntivo per insegnanti che vivono in aree dove il costo della vita è alto, come suggerito da Valditara”, scrive.

E ancora, Cottarelli rimarca di vare “posizioni diverse da Elly Schlein anche sui termovalorizzatori, sull’utero in affitto e in parte anche sul nucleare. Qualcuno dice che, date queste differenze, dovrei cambiare gruppo parlamentare. Non sarebbe giusto, anche perché sono stato eletto col proporzionale e quindi senza una scelta diretta sul mio nome da parte degli elettori. Il primo dei non eletti mi sostituirà senza perdite di seggi per il Pd. Mi sembra la scelta più corretta”. La prima dei non eletti è Cristina Tajani, “che insegna al Politecnico di Milano, ed è anche abbastanza vicina all’area di Elly Schlien. Poi è una donna, si migliora anche la parità di genere”, ha concluso.

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