L’arrivo di Elly Schlein alla guida del Pd sta togliendo prospettive di sviluppo (e di consenso) al Movimento 5 Stelle? E nel futuro prossimo ci sono progetti di alleanza strutturale con i due maggiori partiti di opposizione? Le domande sono dirette, le risposte anche. “Su alcune tematiche, come ad esempio il salario minimo legale, questo Pd sta operando una convergenza con posizioni che noi abbiamo raggiunto già da tempo e sono nostri cavalli di battaglia. Su altre posizioni non abbiamo ancora registrato cambiamenti: ad esempio sul conflitto russo-ucraino, e anche sugli inceneritori, che per noi sono banditi in favore di una reale economia circolare e transizione ecologica”. Nella sua partecipazione a “Mezz’ora in più” di Lucia Annunziata, Giuseppe Conte ha spiegato così il rapporto del M5s con la segretaria del maggiore partito di opposizione. Con una premessa: “Le mie valutazioni riguardo le prospettive politiche non sono mai limitate ai sondaggi del momento, mi interessa la direzione di sviluppo“.

E qui casca l’altra questione: quale sviluppo ci potrà essere con il Partito democratico? “Ci sono tanti appelli all’unità delle opposizioni – ha spiegato l’ex premier – ma non c’è una concreta prospettiva di una confederazione, di una alleanza strutturale, ma questo è un bene”. Conte ci ha tenuto a spiegare meglio il punto: “Noi siamo una forza progressista che fa battaglie di frontiera, su queste battaglie continueremo. Se ci sarò convergenza col Pd bene – ha aggiunto – ma deve essere su obiettivi concreti. Ma ci deve essere autonomia. Non c’è alcuna prospettiva di cedere la leadership del fronte progressista“.

Non poteva mancare un cenno con quanto accaduto venerdì scorso a Massa, dove Conte è stato aggredito fisicamente da un manifestante No Vax. “Le persone delle forze dell’ordine hanno fatto il possibile. La persona ha agito in modo proditorio fingendo di volermi stringere la mano, poi è scattata l’aggressione – ha raccontato Conte – È un gesto che non va minimizzato, quando il dissenso finisce nell’aggressione è qualcosa di inaccettabile“. L’ex presidente del Consiglio, tuttavia, ha sottolineato che il punto della questione è anche e soprattutto un altro: “Il tema vero che c’è sullo sfondo è la gestione del momento più difficile della nostra storia e non è possibile accontentare tutti. L’importante è che l’intera comunità nazionale abbia risposto bene nel suo complesso”. Da qui la domanda sull’inchiesta in corso, in cui l’ex premier è indagato. “Mi presenterò a raccontare tutto quello che so, consapevole di aver gestito un momento che mai era capitato a nessuno prima – ha detto – dove era complicato organizzare una difesa e protezione dell’intero Paese”. E ancora: “È assolutamente giusto fare delle verifiche e nessun politico deve sottrarsi al confronto con la magistratura. Ma se poi penso a tutte le denunce nel senso contrario, come quel signore che ha avuto sfogare su di me le sue pulsioni antiscientifiche, penso che la realtà in un Paese è molto complessa“.

Tornando all’attualità politica, il presidente del M5s ha bocciato nettamente il tentativo di dialogo con le opposizioni messo in campo dal governo per provare a scrivere insieme riforme costituzionali. “Chi vuole una stagione costituente e vuole presentarsi con riforme così rilevanti che cambiano l’assetto costituzionale vigente – ha spiegato il leader pentastellato – deve creare le promesse per un clima di coesione sociale, non divisivo. Ma questo governo ci arriva già malissimo”. In particolare Conte ha fatto riferimento al decreto del primo maggio: “Crea cattive premesse per una stagione costituente“.

Quindi il M5s come si comporterà martedì negli incontri convocati dalla maggioranza? “Ci siederemo al tavolo, ascolteremo, ma da subito inizieremo a chiarire che il tavolo deve nascere dalla diagnosi condivisa. Poi cominciamo a discutere dei rimedi – ha detto – Fughe in avanti mi sembrano molto insidiose”. “Nel merito, se chiedessimo ai cittadini quale è l’organo costituzionale che mette d’accordo tutti e fa sentire appartenenti a un comune destino – ha aggiunto – risponderebbero il capo dello Stato. Se introduciamo il premierato esautoriamo le funzioni del capo dello Stato, che sarà una figura che andrà a tagliare i nastrini alle cerimonie pubbliche. Se facciamo un’analisi comparativa nel mondo – ha spiegato – dove abbiamo premierati non abbiamo garanzia di stabilità. Se il tema è, e noi condividiamo la diagnosi, garantire maggiore efficacia di azione ed efficienza delle attività di governo, la domanda è: perché state perseguendo questo scellerato disegno di autonomia differenziata, che svuoterà di competenze il governo centrale verso le regioni?”.

Anche per questo motivo Conte ha rispedito al mittente le ipotesi di accordi o accordicchi del suo partito con Fratelli d’Italia sulle nomine: “Se ci sono passaggi, come gli uffici di presidenza delle Camere, che spettano di diritto alle opposizioni, M5s ci deve essere. Da ultimo c’è stato il passaggio sulle magistrature speciali, ma anche su queste un accordo c’è sempre stato e sempre ci sarà, dato che servono maggioranze assolute” ha spiegato l’ex premier. Che poi ha attaccato: “Perché quando queste cose le fa il Pd non si dice? Non è inciucio? Sono organi di garanzia e servono accordi per raggiungere le maggioranze richieste. Sulle partecipate – ha ricordato – non abbiamo designato nessuno, non ci interessano i predellini. Ma sugli organi di garanzia gli accordi sempre ci stanno e sempre ci saranno. Questa distorsione è sintomo di un sistema mediatico distorto, che ci attacca sempre. Quando siamo noi è sempre inciucio”.

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