Cottarelli lascia il Pd? Ma quando mai quello è stato il suo partito? Cottarelli è una persona serissima e preparatissima. Se fossi presidente del Consiglio gli affiderei pieni poteri su alcune questioni, come la spending review, ma lui non sa manco cosa sia la politica. Dice che la Schlein sta andando troppo a sinistra? Lei sta cercando di recuperare il recuperabile, poverina. Cosa vuole che faccia? Recuperare voti dal bacino elettorale della Meloni, di Salvini o di Berlusconi?”. Così, ai microfoni di Uno, Nessuno, 100Milan (Radio24), il filosofo Massimo Cacciari commenta la decisione dell’economista Carlo Cottarelli, che ha lasciato il Pd e il suo seggio da senatore per tornare a fare il divulgatore.

Cacciari aggiunge: “Smettiamola con questa storia del tecnico quando abbiamo come presidente del Consiglio la Meloni. Lo schema civile che dovrebbe andare per il nostro paese è quello per cui la politica intelligente si avvale di competenze tecniche. Invece continuiamo ad alternare governi puramente tecnici a governi politici sostanzialmente incompetenti. Bene, auguri, continuiamo così e che Dio ce la mandi buona”.

Il filosofo sottolinea: “Allo stato attuale c’è una competizione interna all’opposizione, quella tra Pd e M5s. E i due partiti sono ‘destinalmente’ costretti a tentare qualche intesa, se vogliono salvare la pelle. Nello stesso tempo, devono anche competere su quell’elettorato che è rimasto, cercando di recuperare parte di quelli che ormai non vanno più a votare, visto che sono il 50% degli italiani“.

E sulla segretaria dem osserva: “Sicuramente Schlein rappresenta un’attrattiva per i giovani e i sondaggi lo confermano. È evidente che il Pd, almeno dal punto di vista dell’immagine, si sarebbe definitivamente suicidato se avesse vinto le primarie Bonaccini. Dopodiché, che la Schlein possa portare il Pd a diventare l’asse che regge una nuova coalizione di centrosinistra ce ne vorrà, perché, da un lato, deve recuperare voti anche dai 5 Stelle, dall’altro non deve scontentare troppo i Cottarelli. Ce la farà? Vedremo”.

Il filosofo, infine, commenta il videomessaggio di Silvio Berlusconi alla convention di Forza Italia, concordando parzialmente con Roberto Gasparotti, lo storico regista personale dell’ex Cavaliere, che prima su Facebook, poi in una intervista a Repubblica ha definito ‘osceni’ quei 21 minuti di filmato: “È un video sicuramente osceno nel senso letterale del termine. ‘Osceno’ vuol dire mettere in scena qualcosa che dovrebbe essere fuori dalla scena. Le persone civili non manifestano le cose private, come i dolori e gli affetti, ma le tengono per sé. Questa è la civiltà etico-estetica e che Berlusconi non abbia mai eccelso in questa virtù è cosa ben nota”.

E conclude: “Tuttavia, dubito che quel video abbia avuto comunicativamente effetti negativi. Anzi, sono convinto che, se domani si andasse a votare, questa ‘resurrezione’ porterebbe a Forza Italia il 5% di voti in più. Certo, quello di Berlusconi è stato un appello patetico, ma si è trattato anche di una indicazione politica molto ragionevole sul fatto che Forza Italia sia la forza politica che sta conducendo in un consesso europeo questa destra italiana, anche nelle componenti più impresentabili. E questo è obiettivamente quasi vero”.

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