“A Carlo Cottarelli proposi di candidarsi con noi alle elezioni. Non capisco perché non si sia candidato con noi e sia andato col Pd“. Così, ai microfoni di 24 Mattino, su Radio24, il leader di Azione Carlo Calenda commenta la decisione dell’economista Cottarelli di abbandonare il Pd e il suo seggio da senatore, aggiungendo: “Io e Carlo Cottarelli ci siamo parlati e mi ha spiegato già tempo fa che la sua idea era quella di lasciare il Pd non solo perché era deluso dalla linea del partito, ma anche dalla difficoltà del lavoro dell’opposizione in Parlamento. Ormai siamo in un monocameralismo di fatto, dove in una Camera si discute e nell’altra si fa tendenzialmente una sceneggiata, perché poi la maggioranza arriva e dice: ‘Prendere o lasciare'”.
La soluzione per Calenda è abolire una delle Camere: “Io sono per il monocameralismo secco. Avere due Camere oggi è veramente inutile. Va abolita la Camera dei deputati. Il Senato invece deve rimanere perché lo abbiamo inventato noi con la Roma repubblicana. Sono anche per il premierato, quindi sono d’accordo col governo. E sono anche d’accordo sul fatto che si ragioni sul federalismo e che vada rivisto – continua – il bicameralismo che ormai non funziona più e che blocca l’attività legislativa. Non sono invece d’accordo col governo sul presidenzialismo, perché il presidente della Repubblica oggi è il vero unico punto di riferimento per tutti gli italiani e quindi sarebbe sbagliato toccarne la figura”.
Calenda, infine, risponde al messaggio di un ascoltatore deluso dal mancato accordo con Renzi (“Che figura hanno fatto. Ma chi li vota più questi due”): “Ma chi può essere più deluso di me? Io sono andato alle elezioni col mio cognome nel simbolo promettendo questo. E da quel giorno ho lavorato mattina, pomeriggio e sera su questo. All’ascoltatore dico che non posso obbligare altri a fare ciò che io voglio, perché non ho i poteri per farlo. Io per le regionali sono andato Comune per Comune indicando sempre una persona di Italia Viva e una di Azione, cioè – conclude – ho sempre cercato di svolgere questo ruolo di presidente della federazione in modo equilibrato. Poi Renzi ha fatto un passo indietro, ha cacciato Rosato che lavorava con noi molto bene, ha messo da parte la Bonetti, ha ripreso il partito in mano direttamente e ha chiarito che non prendeva impegni sullo scioglimento di Italia Viva. E io non posso far nascere tre partiti da due”.