Politica

Così il pensiero unico ha trasformato i pacifisti in una parte fastidiosa della società

di Enza Plotino

Non c’è una guerra giusta o una guerra sbagliata. C’è la guerra. Brutta, sporca e cattiva. È stato proprio il ‘900, il nostro secolo, il momento più alto in cui, grazie al sacrificio dei partigiani e alla forza di idee nuove, di politiche pacificate e pacifiste, ci si è lasciati alle spalle la convinzione di dover risolvere qualsiasi controversia con l’uso delle armi ed è montata un’area di dissenso che ha fatto sentire forte la sua voce, in tanti momenti di crisi e di conflitti.

Oggi, lo strapotere dei signori del denaro, l’ascesa dell’economia a unico “ordine mondiale” negli assetti politici, sociali e culturali dell’intera umanità, sta determinando una normalizzazione verso la “convenienza” delle guerre giuste. Un’aberrazione che tutti noi paghiamo ed in cui siamo tutti coinvolti. E’ un morbo invisibile che si sta insinuando e che ci fa accettare cose che in passato erano impensabili: le armi, la sopraffazione dell’altro, l’uso della violenza a scopo “umanitario”.

Nemmeno il Papa, che oggi rappresenta l’unica voce contraria a questo nuovo corso della storia, riesce a contrastare la forza di un sistema che ha fatto del denaro l’unico dio. “Segui il denaro e troverai la mafia” diceva Falcone.

In tutto questo, il pensiero unico ha diffuso la marginalizzazione e a volte la criminalizzazione di concetti come pacifismo e dissenso. I pacifisti sono diventati una parte fastidiosa della società, anzi irragionevole rispetto alla giustezza dei conflitti, così come sta avvenendo con gli ambientalisti divenuti, quando va bene “menagrami”, quando va male “uccellacci del malaugurio”.

Ebbene, do a tutti una notizia: ci sono milioni di uomini e donne che sono contro la guerra e che non vedono l’ora di prendere la parola e di poter gridare il loro dissenso. Tutti i sondaggi, oscurati dal pensiero unico, lo ribadiscono. In ogni Paese la maggioranza dei cittadini vuole la pace ed è contraria a qualsiasi forma di conflitto. Basterà alzare la voce!

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