Si sono aperte le porte del carcere per Graziano Teso, l’ex sindaco di Eraclea, in provincia di Venezia, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. La sentenza della Cassazione ha messo fine per lui a una vicenda giudiziaria iniziata quattro anni fa con la retata contro i presunti esponenti del Clan dei Casalesi che avevano imperversato nel Veneto Orientale, tenendo sotto controllo l’amministrazione comunale. Nel 2019 Teso era stato indagato a piede libero. Per l’esecuzione della sentenza sono state necessarie un paio di settimane da quando il 27 aprile la Cassazione aveva ridotto la pena di tre anni un mese e 10 giorni inflitta dalla Corte d’Appello di Venezia (in primo grado 3 anni e 4 mesi), fissandola in due anni e due mesi. Teso è il primo sindaco veneto a finire in carcere per espiare una condanna legata ad una associazione mafiosa. Considerato però che ha 74 anni e che non è in buone condizioni di salute, è prevedibile che la detenzione non si prolunghi a lungo.

Assistito dagli avvocati Dimitri Girotto e Fabio Lattanzi, Teso ha provato con una istanza ad evitare il passaggio in carcere, ma l’entità della pena e il tipo di reato lo hanno finora impedito. L’ex sindaco fa parte di un gruppetto di 19 imputati che hanno fatto ricorso ai riti alternativi, ma solo per lui la Cassazione ha applicato una riduzione di pena, mentre per gli altri i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili e l’arresto era già scattato. Invece, la maggior parte degli imputati che hanno accettato il processo con rito ordinario sono sotto processo nell’aula bunker di Mestre dove i pubblici ministeri hanno già chiesto 47 condanne per complessivi 452 anni di carcere.

Secondo la giustizia, quindi, l’ex primo cittadino di Eraclea era consapevole delle caratteristiche mafiose dell’organizzazione che aveva al suo vertice Luciano Donadio e che gli aveva dato appoggio elettorale, in cambio di favori. L’accusa ha sostenuto che Donadio e Raffaele Buonanno erano in collegamento con la camorra di Casal di Principe e ne avevano esportato modalità di comportamento, intimidazione e controllo del territorio. Per averne la certezza bisogna attendere almeno la sentenza di primo grado che sarà emessa tra qualche mese: sia per Luciano Donadio che per Raffaele Buonanno, i pm della Procura antimafia hanno chiesto una condanna a 30 anni di reclusione. Per i giudici d’Appello il gruppo attivo ad Eraclea dal 1999 al 2009 sarebbe stato una “gemmazione” del clan dei Casalesi, una cellula “decisa, costituita e alimentata da persone che appartenevano ad articolazioni territoriali dei Casalesi” che trapiantate in Veneto avrebbero “diretto ed organizzato un gruppo che replicava sia le modalità illecite di generazione dei profitti sia le modalità operative di affermazione della propria supremazia territoriale”,

Iscritto dal 1968 alla Democrazia Cristiana, Graziano Teso è stato eletto consigliere comunale per la prima volta nel 1985, dopo aver lavorato anche in Regione per i gruppi consiliari. È stato vicesindaco dal 1993 al 1995. Nel 2000 passò a Forza Italia, diventando responsabile provinciale per gli enti locali del Partito della Libertà. Nel 2004 è stato eletto sindaco per la prima volta, rimanendo in carica per meno di due anni. Il secondo mandato lo ha svolto dal 2006 al 2011. Nel 2016 era stato eletto vicesindaco per la seconda volta.

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