È stata licenziata dall’azienda per cui lavorava. Il motivo? Un colore di capelli troppo “inconsueto“. A raccontare la storia di Francesca Sparacino, 24enne, ex commessa e anche consigliera comunale di Rifondazione Comunista a Granarolo dell’Emilia, in provincia di Bologna, è il Corriere. Secondo quanto riportato dal quotidiano, la 24enne poco più di un mese fa aveva affrontato il colloquio di assunzione per il ruolo di commessa nel negozio di abbigliamento Suite Benedict, all’interno del centro commerciale Gran Reno di Casalecchio. In seguito era iniziato il periodo di prova della ragazza, che sarebbe stato svolto ad un compromesso: quello di tingere i capelli, rendendoli più scuri. Anche al momento del colloquio infatti, la giovane si era presentata con una chioma dal colore “originale”, come ha raccontato: “Avevo i capelli fucsia – queste le parole della Sparacino – e mi è stato chiesto di renderli più scuri. L’ho fatto, con una tinta ciclamino che mi ha permesso di essere assunta in prova, nonostante non ritenessi giusta la richiesta. Ma avevo bisogno di lavorare e ho accettato”.

Quindi la ragazza, come racconta al Corriere, scurisce i capelli, e assicura che dopo la tinta “non si sono verificati problemi, mi sono state date le chiavi del negozio, mi è stato chiesto di aiutare nella formazione di una neoassunta”. Nessun sospetto dunque di quello che sarebbe accaduto da lì a poco: dopo qualche giorno, durante l’orario di lavoro, davanti ai suoi clienti, le viene consegnata una lettera in cui le viene comunicato il mancato superamento del periodo di prova per l’azienda Hammersmith Srl. Ma per la giovane si tratterebbe solo di un pretesto per nascondere la motivazione reale: “Qui c’è un’evidente discrepanza tra ciò che mi è stato chiesto e fatto fare rispetto alla motivazione – continua la consigliera – Se non fossi stata all’altezza, motivo per cui avrei anche accettato il licenziamento, non avrebbero dovuto mettermi in affiancamento una nuova arrivata o darmi altri incarichi importanti”.

Sparacino ha annunciato di aver già avviato un’azione affiancata dal proprio sindacato, e ha intenzione di proseguire nell’iter giudiziario contro l’azienda con l’aiuto dell’avvocato del lavoro: da parte dell’azienda nei suoi confronti solo “discriminazione” e “pregiudizi”. E questo nonostante non abbia mai ricevuto insulti o offese da parte della sua clientela: “Anzi, un giorno sono entrate in negozio mamma e figlia: la mamma aveva il mio stesso colore di capelli, ci siamo scambiate i complimenti a vicenda”. E chiosa: “Non è corretto essere lasciate a casa per l’aspetto fisico“.

Foto tratta dal profilo Facebook ufficiale di Francesca Sparacino

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