Dopo un febbraio di crescita, lo scorso marzo è stato davvero un mese da dimenticare per l’industria tedesca. La settimana scorsa era stato diffuso il dato sugli ordinativi, crollati del 10,7% rispetto al mese precedente (la flessione più marcata dall’aprile 2020, in piena pandemia). Oggi arriva il numero relativo alla produzione, anche in questo caso ben al di sotto di previsioni già di per sé non molto ottimiste. Il calo è stato del 3,4% su febbraio 2023 sebbene rimanga il segno più nel confronto con l’anno prima. La flessione è riconducibile principalmente all’industria automobilistica che scende del 6,5% rispetto all’anno prima. Flessioni decise anche per la meccanica (- 3,4%) e per le costruzioni (- 4,6%).

Il rallentamento dell’attività manifatturiera tedesca rischia di ripercuotersi anche sull’industria italiana, specie quella del Nord Italia che è fortemente integrata con le fabbriche della Germania. La flessione degli ordini, che in una qualche misura anticipa il futuro andamento della produzione, lascia intendere che la fase di rallentamento non sia destinata a risolversi rapidamente. Secondo le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale la Germania dovrebbe chiudere il 2023 con una flessione del Prodotto interno lordo dello 0,1% per poi tornare a crescere nel 2024 (+ 1,1%)

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