Maserati torna in pista, in senso agonistico, ma anche commerciale. Il Tridente e il suo amministratore delegato Davide Grasso hanno scelto la Formula E, il campionato del mondo elettrico, per riportare il marchio nel motorsport, la ragione che aveva ispirato i fratelli modenesi nel produrre macchine. I dati del primo trimestre del 2023 sono più che incoraggianti anche fuori dai circuiti: i ricavi sono cresciuti del 65% e le vendite del 95%. In aprile le cose sono andate anche meglio in Italia (+192%) e più che bene in Germania (+84,5%), solo per citare due mercati.

“Con l’arrivo delle elettriche torneremo a essere molto competitivi anche nel nord dell’Europa”, ha spiegato Grasso a Montecarlo in occasione della gara di Formula E del Principato di Monaco. Ed il manager ha le idee chiare anche sul futuro del marchio, che nel 2024 celebrerà i primi 110 anni di storia. “Ci piace pensare che muoviamo quelli che muovono il mondo”, chiarisce.

La svolta sostenibile è già cominciata (“è uno degli aspetti che ci ha convinto ad accettare l’offerta di correre in Formula E”): entro due anni ogni modello avrà una versione elettrica e l’intera gamma sarà esclusivamente a zero emissioni con la fine del decennio. Forse anche prima, compatibilmente con la situazione”. Della Formula E, campionato nel quale con il tedesco Maximilian Günther ha recentemente ottenuto il primo podio per il Tridente, dice che per “ritorni in termini di visibilità, immagine e marketing è andata oltre le più rosee aspettative”. Rivendicando umiltà, dice anche che la stessa Formula E “ha guadagnato dall’ingresso di un marchio come Maserati”.

La casa di Modena ha riesumato il marchio Folgore per distinguere i modelli “green”: la Gran Turismo è il primo, il suv Grecale fresco di presentazione al mercato di Shanghai è il secondo. Poi arriveranno la Quattroporte e la MC20 Cielo seguite nel 2026 dalla Levante.

Le elettriche non cambiano l’impostazione di Maserati: “Il motore è un aspetto importante, ma non è l’unico. E noi siamo in grado di offrire tutto quello che un cliente pretende da un marchio come il nostro, da una due posti secca a una quattro posti comoda, anche a emissioni zero”.

Come vi collocate?

“Maserati deve continuare a essere quello che è sempre stata: un riferimento dell’eccellenza italiana nel mondo. Del lusso italiano”.

In molti inseguono i clienti che vogliono il lusso…

“Noi abbiamo quello che serve. Per il lusso servono due cose: qualità e redditività. Senza la qualità il lusso è solo una promessa che non viene mantenuta e senza la redditività il lusso non viene percepito perché il cliente non riconosce quello che viene fatto”.

Sono in molti a inseguire anche la redditività, se è per questo.

“Nella seconda metà dello scorso anno abbiamo raggiunto la doppia cifra, nel 2023 cresceremo ancora e l’anno venturo arriveremo al quindici per cento. Non vedo ragioni per cui a fine decennio non dovremmo essere al venti per cento, che è il nostro obiettivo”.

Nuovi modelli?

“Siamo nei segmenti in cui vogliamo essere con il tipo di macchine che avevamo in mente: non vedrà Maserati nel C, nel B o, come a qualcuno piacerebbe, perfino nell’A. Pensiamo di non dover aggiungere per forza altri modelli per conseguire i risultati che abbiamo in mente”.

Nel gruppo Stellantis c’è un altro marchio, DS, ispirato al lusso, seppur francese: nessun pericolo di sovrapposizione?

“Il mercato è grande abbastanza per tutti e due e tra l’altro possiamo anche beneficiare delle sinergie interne per fare leva senza inquinare i rispettivi posizionamenti. Del resto abbiamo percorsi diversi e Maserati ha centodieci anni di storia”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Bosch, investimenti per ricerca e sviluppo su elettromobilità, idrogeno e software

next