Il sistema fiscale italiano “versa in una crisi gravissima che ne mina il corretto funzionamento e la stessa legittimazione. Tutti i principi fondamentali di un buon sistema fiscale sono da noi inapplicati, con gravi conseguenze non solo di disparità di trattamento, ma anche di distorsioni economiche che determinano una riduzione della crescita“. A lanciare il grido di allarme è un nutrito gruppo di esperti e accademici, che sottoscrivono un appello comune e lanciano una petizione a sostegno su change.org per una vera riforma del sistema che porti ad un fisco effettivamente più giusto. Tra i firmatari compaiono, tra gli altri, l’ex ministro e poi presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo, l’ex presidente dell’Upb, Giuseppe Pisauro, l’ex ministro dell’Economia Vincenzo Visco, l’ex sottosegretario al Tesoro e nel passato al vertice dei servizi fiscali di Banca d’Italia, Vieri Ceriani, gli accademici Massimo Bordignon, Andrea Zanardi, Elena Granaglia, Silvia Giannini e Leonzio Rizzo.
Tra gli elementi di criticità è menzionata la massiccia evasione di intere categorie di contribuenti che nascondono al fisco il 65-70% della loro base imponibile proveniente da redditi di lavoro autonomo e da impresa individuale. Il fatto che agli stessi contribuenti è poi riservata un’imposta sostitutiva, con determinazione forfettaria dell’imponibile e aliquota piatta, molto favorevole cui si è aggiunta, per chi non aderisce al regime forfettario, l’aliquota piatta sugli incrementi di reddito. Il trattamento agevolato per lavoratori autonomi e professionisti si traduce in una serie di distorsioni che aggravano la scarsa produttività del settore dei servizi, uno dei limiti principali dell’economia italiana.
“I promotori di questo appello – si legge nel documento hanno preso atto che la delega fiscale recentemente approvata dal governo non affronta i problemi, anzi trascura ed appare in contrasto con le necessità di riforma, ritengono necessaria una presa di coscienza e una mobilitazione per promuovere un cambiamento che renda di nuovo il fisco la casa di tutti e non più una fabbrica di abusi, privilegi e iniquità, integrando al tempo stesso il sistema di welfare, che va esteso in tutte le sue componenti anche ai lavoratori indipendenti, per motivi di equità e per evitare che le lacune esistenti possano diventare un alibi per l’infedeltà fiscale”.