La tragedia dell’altra notte di Torremaggiore (Foggia), dove un padre avrebbe ucciso la figlia sedicenne, un vicino di casa e ferito la moglie, dimostra, semmai ce ne fosse ancora bisogno, come ancora oggi l’uomo consideri la donna. Ma vorrei far rilevare il comportamento esemplare della ragazza uccisa. L’abnegazione, l’amore verso la mamma, dovrebbe farci riflettere. Una piccola grande donna, che non ha esitato a frapporsi tra i suoi genitori per evitare che sua mamma venisse colpita dai fendenti inferti dal padre. Purtroppo, sino a quando questi assassini continueranno a veleggiare sul mare tempestoso di violenza, il caso di Torremaggiore non sarà l’ultimo.
La piccola Gessica Malaj è stata una donna che si è immolata per salvare un’altra donna. In questi anni, abbiamo assistito ad episodi simili, dove la violenza dell’uomo ha raggiunto ormai un punto di non ritorno. Questi soggetti di sciasciana memoria – mezzi uomini, uominicchi e quaquaraqua – non accettano di perdere il controllo totale sulla donna: si sentono defraudati dell’ancestrale presunzione di essere l’uomo/padrone, pretendendo l’assoluta sottomissione della donna.
L’ho detto altre volte e lo ribadisco, questi indegni individui non sono malati, come qualcuno sostiene. No! Sono violenti e lo dimostrano in modo efferato perché non accettano l’idea di non poter più “comandare” o sottoporre ai propri voleri la donna: costoro saranno sempre violenti, tal che pensano che il corpo e la mente di una donna sia di loro esclusiva proprietà.
Ogni giorno assistiamo a femminicidi: il numero dei casi ha raggiunto numeri impressionanti. Durante la mia carriera di poliziotto, ahimè, ho visto centinaia di persone ammazzate e so perfettamente che, – come nel caso in narrativa – fare prevenzione è difficile: anzi impossibile. La violenza è intrinseca in ognuno di noi, ma siamo noi – e solo noi – che dobbiamo a tutti i costi evitare di manifestarla.
Il presunto autore del duplice omicidio sembra che abbia agito per motivi di gelosia. In altri due recenti casi di femminicidio, gli individui avrebbero agito, invece, perché avevano ottenuto un “No” dalle donne che dicevano di amare. La donna non appartiene a nessuno, come l’uomo d’altronde. Ma generalmente è l’uomo che si sente tradito e offeso, e sino a quando non si smetta di considerare la donna cosa “propria”, i quaquaraqua, purtroppo, colpiranno ancora.
Cari maschietti dei miei gioielli di famiglia, rendetevi conto che un “Sì” detto da una donna non può essere eterno: lo sarà soltanto se voi stessi lo curate come si cura un fiore, ma ricordatevi che può essere revocato in qualsiasi momento, specie quando si ferisce nell’anima la donna o si usa violenza materiale. Spesso la parola uccide più della lupara e, allora disarmate la vostra mente. E, quindi, quando il “No” diventa definitivo vuole dire che avete smarrito il pin per entrare nel suo cuore o parimenti, avete perso l’occasione di farla sentire donna; ancor peggio se avete posto i cavalli di frisia attorno al suo corpo o incatenata l’anima.
Il presunto omicida di Torremaggiore avrebbe persino esibito il trofeo del suo insano gesto, filmando e condividendo con altri il compendio del salvato onore. Gessica, perdonaci per quello che ti abbiamo fatto. Rip piccola grande donna.