La dimissione dell’ad della Rai Fuortes arrivano al termine di un tira e molla non è stato un bello spettacolo, uno di quei tira e molla che ultimamente si vedono nelle vicende di calciatori e allenatori ancor più che nelle istituzioni pubbliche. Una storia come il rinnovo del contratto di Leao con Milan, quello di Spalletti col Napoli o Mourinho con la Roma. In più, negli ultimi giorni si è aggiunto il sospetto che sia stato favorito da una norma del governo che libera un posto da sovrintendente adatto a Fuortes e da lui piuttosto gradito. Anche questa una storia non proprio edificante.
Ma lasciamo da parte i sospetti e stiamo ai fatti alle motivazioni che Fuortes ha addotto ufficialmente per spiegare la sua uscita. Dice dunque Fuortes che nel primo anno della sua amministrazione, corrispondente ai mesi del governo Draghi, la Rai ha ottenuto alcuni importanti risultati. Precisamente: un rinnovamento di palinsesti e programmi che hanno rilanciato Rai 2; l’organizzazione della produzione per generi e non più per reti; lo sviluppo di Raiplay e dell’offerta digitale; un serie di interventi nell’ambito immobiliare.
Tralasciando l’ultimo punto su cui non ho molte competenze, sugli altri eviterei i toni trionfalistici ma sarei propenso a riconoscere qualche successo. Abbastanza evidente per quanto riguarda Raiplay, arrivata finalmente più volte con la sua offerta al centro dell’attenzione, persino di quella giovanile. Sarei meno certo degli altri risultati.
Pur riconoscendo che alcuni programmi di Rai 2 si siano rivelati gradevoli (per la verità di una gradevolezza tradizionale più che innovativa), non mi pare che il fiore all’occhiello della proposta Rai possa essere rappresentato dai nuovi programmi ma dalle sue proposte tradizionali, come la fiction di Rai 1. Quanto alla riorganizzazione per generi aspetterei per vedere se il meccanismo che ha innestato è un circolo virtuoso o il suo contrario.
Tornando, poi, alle dichiarazioni ufficiali, Fuortes lamenta come nell’ultima parte del suo incarico (da quando c’è il nuovo governo di destra) il clima si sia deteriorato e non consideri più possibile, pur di consentire l’urgente presentazione dei nuovi palinsesti, avallare cambiamenti di linea editoriale e una programmazione che non va nell’interesse della Rai.
Ora il cambiamento di linea editoriale è abbastanza facile intuire in che direzione si muova, viste le numerose dichiarazioni di politici di governo e maggioranza, anche se non manca una certa vaghezza e un po’ di confusione. Ma la programmazione è una cosa precisa, concreta e qui scatta una irrefrenabile curiosità che Fuortes dovrebbe soddisfare: che cosa è già stato programmato che proprio non condivide?