La protesta di Ilaria Lamera, la studentessa del Politecnico di Milano che ha protestato contro il caro affitti accampandosi con una tenda davanti alla sua università per svariati giorni, ha portato alla ribalta un problema destinato comunque a deflagrare. Milano attira ogni anno decine di migliaia di nuovi studenti: sono circa 220.000 gli iscritti a corsi universitari, di cui 110.000 fuori sede. Ma è una città di piccole dimensioni, solamente 181,8 kmq di estensione, con una densità di popolazione pari a 7.551,3 per chilometro quadrato. Così l’offerta abitativa non risulta in grado di accogliere il flusso costante di persone: a settembre si contavano solamente 15.000 posti letto dislocati in tutta la città. E, complice il Pnrr che mette a disposizione 960 milioni di euro di investimenti nel campo dell’housing universitario con l’obiettivo di realizzare 60mila posti letto in più entro il 2026, il capoluogo lombardo sta attraendo multinazionali del real estate attive nel mercato degli affitti a fuori sede con studentati privati, che operano sia sul libero mercato che a livello convenzionato.
La Statale: posti riservati nello studentato di Hines – Un esempio sono gli Aparto di proprietà del gruppo Hines che ha due studentati a Milano: il primo è il Giovenale/Col Moschin, dove a listino una soluzione arriva a costare 1.529 euro al mese per uno studio premium non in condivisione. Il Giovenale ha un accordo con l’Università Bocconi a cui provvede mettendo a disposizione dei posti letto a tariffe convenzionate che, come dichiarato al Sole 24 Ore da Mario Abbadessa, senior managing director & country head Italy del gruppo, si attestano sui 650 euro al mese. Il secondo sorgerà invece in via Ripamonti 35, dalle ceneri dell’ex Consorzio Agrario. In questo caso, 268 posti letto su oltre 700 sono riservati all’Università Statale, finanziati mediante i fondi del Pnrr, e avranno tariffe calmierate per gli studenti. I restanti circa 500 posti andranno sul mercato a settembre con un clic day. L’ateneo è stato ammesso al cofinanziamento MUR per un importo di 10.720.000 euro e questi fondi saranno impiegati nella gestione di questi 268 posti letto per una durata di 9 anni. Secondo la tabella di marcia, gli alloggi avrebbero dovuto essere disponibili da fine dicembre 2022, ma al momento si registrano ritardi.
Tutti i posti letto vengono assegnati ogni anno tramite bando di concorso per il diritto allo studio: “Indipendentemente dalla residenza a cui verranno assegnati, gli studenti hanno diritto a un posto alloggio al costo mensile di 250 euro, per 11 mensilità, che corrispondono a un costo annuo di 2.750 euro. Il costo include l’alloggio, le utenze, l’utilizzo di servizi comuni, come cucine e sale studio, e servizi accessori, come le pulizie”, – spiega l’ufficio stampa dell’Università Statale di Milano a ilfattoquotidiano.it. Per quanto riguarda la convenzione con lo studentato Hines di Ripamonti, però, “le tariffe applicate alla Statale di Milano dalla proprietà sono stabilite dalla convenzione stipulata con il Comune di Milano al costo di 647 euro al mese per un posto letto in camera doppia e 897 euro al mese per la camera singola. La Statale di Milano è risultata aggiudicataria di un finanziamento Pnrr Housing che copre la gran parte della quota a carico dell’Ateneo”. Insomma, è vero che gli studenti assegnatari hanno diritto a una tariffa estremamente agevolata, ma il privato affitterà questi alloggi alla Statale applicando prezzi non esattamente calmierati, ma anzi totalmente in linea con quelli del mercato milanese. E le tariffe esplicitate dall’Università Statale di Milano non corrispondono a quelle calmierate dalla convenzione del Comune di Milano, che risultano essere molto più basse.
La Bicocca: “Nessun accordo con i privati a tariffe di mercato” – Molto diverso invece è l’approccio dell’università Bicocca di Milano, che al momento non ha alcun accordo con gli operatori privati. Proprio a ridosso dell’ateneo sorgerà a settembre lo studentato Cx Milan | Bicocca da 460 camere, 600 posti letto e 2500 mq di spazi comuni. I prezzi? Non esattamente popolari: ad esempio, uno studio duplex da 16 mq + 6 mq di soppalco costa 920 euro al mese, spese e bollette comprese, mentre per un prime large da 31 mq sono necessari 790 euro al mese se affittato in condivisione con qualche altro studente, mentre si sale a 1370 euro al mese per un uso singolo. Nonostante la posizione e il nome, con l’Università lo studentato non ha nulla a che fare.
“Non siamo interessati a soluzioni che offrano tariffe a prezzi di mercato – spiega a ilfattoquotidiano.it il professore ordinario di scienza delle finanze e prorettore al Bilancio dell’Università Bicocca di Milano Alessandro Santoro – molti operatori ci stanno contattando ma finora non abbiamo concluso nulla anche perché non abbiamo avuto proposte interessanti dal nostro punto di vista. Noi come Università Bicocca abbiamo 1000 studenti aventi diritto all’alloggio secondo i requisiti della graduatoria del Dsu e attualmente disponiamo di 580 posti letto nelle nostre residenze. Recentemente ne abbiamo inaugurata una in Comasina e abbiamo progetti avanzati per i quali abbiamo richiesto finanziamenti nel quinto bando della legge 338/2000 all’inizio di quest’anno per 280 posti che dovrebbero arrivare da un’ulteriore residenza in Comasina e un’altra in via Demostene. In totale, Università Bicocca ha investimenti sulle residenze per quasi 40 milioni di euro, di cui circa un quarto sono a carico dell’ateneo con finanziamenti attraverso Cassa Depositi e Prestiti e un’altra parte cofinanziata dal bando della 338/2000”.
Unimib ha anche stretto inoltre un interessante accordo con il comune di Sesto San Giovanni per ulteriori 70 posti di Dsu a tariffe proprie del diritto allo studio, quindi 250 euro al mese. “Stiamo facendo uno sforzo enorme e sappiamo già che non basterà anche perché non c’è solo il mondo del diritto allo studio, quindi per chi rientra nei 26.000 euro di Isee annui, ma anche tutta quella fascia appena al di sopra che non si può comunque permettere le tariffe di Milano. Per questa fascia noi cerchiamo convenzioni con soggetti privati e parliamo con tutti, ma il problema è che le tariffe che ci vengono offerte non possono essere quelle giuste per una fascia debole”, spiega il professor Santoro. “Per fortuna Università Bicocca ha un bilancio che consente di procedere anche in solitaria e quindi non escludiamo di fare tutto con i nostri fondi, indebitandoci ulteriormente con CdP, per costruire le nostre residenze e garantire alloggi a tutti gli studenti che ne hanno diritto perché per noi è essenziale garantire il diritto allo studio. Lo consideriamo un investimento, non un costo”, conclude il prorettore al bilancio della Bicocca.
Gli intoppi del Pnrr – Un primo intervento da 300 milioni a valere sul Pnrr ha permesso di creare 8.581 nuovi posti letto ma per la creazione dei restanti 52.000, per un ammontare totale di 660 milioni di investimenti pubblici, sarà necessario l’intervento dei privati per rispettare le scadenze. La realizzazione di queste residenze sta scontando una serie di ritardi a causa di intoppi burocratici. I fondi per la realizzazione sarebbero dovuti pervenire inizialmente dal Pnrr ma a un certo punto il MUR si è reso conto che per sua natura la procedura della 338 non avrebbe consentito di raggiungere l’obiettivo dei 7500 posti aggiuntivi entro dicembre 2022. Così, nell’estate 2022, il fondo da 300 milioni di euro è stato sottratto al V bando della legge 338 e dirottato al finanziamento di posti letto da recuperare da strutture già esistenti, gestite per la maggior parte da soggetti privati, e solo successivamente, con la legge di bilancio 2023, questi 300 milioni sono stati reintegrati nell’ambito degli interventi della legge 338.