“Quanti svenuti? Quanti saltati sulla sedia? Quanti con commenti volgari e dimenticabilissime cafonate? Non lo so e non mi interessa: sono anni che cerco di abbattere i tabù legati al sesso e al piacere e di divulgare, nel mio piccolo, un’educazione sana, attenta, esplicita alla sessualità“. Con queste parole Nina Palmieri, autrice e conduttrice del programma Le Iene, ha condiviso su Instagram le foto della campagna di un famoso brand di contraccettivi che è stata censurata ma a cui la conduttrice ha deciso di partecipare.
“Quando Control Italia – ha proseguito la Palmieri – mi ha chiesto di partecipare a questa campagna social che nelle città italiane non ha trovato spazio perché avrebbe potuto urtare la sensibilità dei tanti che pensano che le mamme siano figure eteree e asessuate o alimentare, dall’altro lato, uno stereotipo legato solo al porno, ho detto ‘ci sono‘. E per la festa della mamma mi sono regalata un aggeggino nato da poco che diventerà il mio nuovo compagno nei miei viaggi (in tutti i sensi) in solitaria”, ha aggiunto la “iena”.
“La mamma non si tocca. O forse sì” si legge sul manifesto censurato, e ancora: “Quest’anno falle un regalo che le farà davvero piacere”. La conduttrice ha condiviso sul suo profilo la foto sotto attacco, dichiarando di aspettarsi anche sul suo profilo uno “tsunami di commenti scandalizzati”, di “Oh mio Dio”, “Ma non ti vergogni? Sei una mamma”. “Ecco. È proprio questo il punto: sono una mamma, – dichiara l’autrice del piccolo schermo, reclamando a gran voce il “diritto” al piacere – ma sono soprattutto una donna che ha messo nella classifica delle cose importanti a cui non si dovrebbe mai rinunciare il piacere. E sì, intendo proprio quel piacere, quello che una donna può darsi anche – e vivaddio! – da sola, quello che è uno strumento fantastico e normalissimo di ‘conoscenza di sé’, fatto di gesti, fantasie, pensieri, coccole e amore verso se stesse e che ha un nome ben preciso: masturbazione“.
Sotto al post della “iena”, qualche commento “sorpreso”, ma anche tanti sostenitori: “Siamo nel 2023 eppure essere a proprio agio con la sessualità sembra ancora un’utopia – sottolinea un utente, che parla di un messaggio pubblicitario “con una dose di ironia facilmente comprensibile a meno di non essere bigotti, repressi e forse anche un po’ ipocriti”.
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