Già il tribunale “aveva ritenuto che la ragazza fosse condizionata dalle decisioni dei genitori, di cui si fidava ciecamente. Dunque – prosegue la sentenza – il silenzio o il mancato approfondimento delle sue reali condizioni di salute dipendeva dal fatto che la giovane in realtà non credeva a quanto gli era stato rivelato dai medici ma aveva fiducia unicamente nei genitori, i quali le avevano detto che la chemioterapia non era necessaria, anzi era nociva”. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a due anni, per omicidio colposo, dei genitori di Eleonora Bottaro, la giovane padovana di 17 anni morta per leucemia nell’agosto 2016 dopo essersi opposta alla chemioterapia prescritta dai medici. La famiglia si era sempre opposta alle cure mediche tradizionali, scegliendo per la figlia il metodo antiscientifico Hamer, che cura i tumori con vitamina C e psicoterapia. Ai due coniugi la stessa condanna era stata inflitta in primo grado.

Rigettando i ricorsi dei due accusati, la Suprema Corte ha posto l’accento sul fatto che la ragazza “accettasse come un dato di fatto le cure che le proponevano i genitori senza sapere neanche cosa fossero e come la ragazza fosse succube delle convinzioni dei genitori, a cui si era assuefatta e che aveva fatto proprie. E infatti il giudice a quo ha posto in rilievo come laddove i genitori sceglievano le cure, anche se invasive, come le iniezioni sulla schiena, la ragazza non facesse opposizione e non si desse neppure la pena di capire di che cosa si trattasse, limitandosi a definire le stesse ‘robe strane’, con totale accettazione”.

Lino Bottaro e la moglie si sono sempre difesi sostenendo che quella di rifiutare le cure suggerite dai medici di Padova fu una scelta maturata autonomamente dalla figlia e per questo, tra i motivi del ricorso, ricordavano una sentenza del 1998 del tribunale per i minori di Venezia che “stabilì di tener conto della volontà di una bimba di soli nove anni affetta da leucemia, che aveva rifiutato la chemio in quanto troppo invasiva e debilitante”.
Ma per i giudici della Cassazione, dal caso di Eleonora “esula ogni rilevanza della tematica relativa al diritto del minore all’autodeterminazione” e questo perché “la ragazza non aveva, in ragione dell’età, la percezione della reale possibilità di morire, essendo forte di un senso di immortalità e delle convinzioni dei propri genitori, i quali sempre si erano opposti alle cure che ideologicamente rifiutavano (…) anche di quelle minimali, come un prelievo o una flebo idratante“.

Chi era Ryke Geerd Hamer – Il fondatore della ‘Nuova Medicina Germanica‘ è morto il 2 luglio 2017 a causa di un problema cerebrovascolare in Norvegia. 82 anni, era stato radiato dall’ordine dei medici tedesco per le sue teorie che attribuiscono a ‘shock emozionali’ lo sviluppo delle malattie come i tumori e che ritengono il cervello capace di riprogrammare l’organismo per curarle senza altro trattamento che la risoluzione del conflitto emozionale. Un trauma personale, tragico come il resto della biografia del personaggio – riporta la stampa spagnola – avrebbe ispirato queste idee. Il figlio di Hamer morì nel 1978 in uno strano incidente su uno yacht di fronte alle coste italiane, per cui fu accusato e poi assolto Vittorio Emanuele di Savoia. Tanto lui come sua moglie svilupparono il cancro, che egli attribuì all’angoscia che stavano vivendo.

La moglie, curata con la Nuova Medicina, morì. Il medico, specialista in medicina interna, perse la licenza per esercitare nel 1986, però continuò a trattare i pazienti secondo la sua nuova dottrina. Dieci anni dopo a consegnarlo alle cronache internazionale fu il caso di Olivia Pilhar, una bambina austriaca malata di cancro. I genitori della piccola, seguaci di Hamer, fuggirono a Malaga dove il medico aveva messo in piedi una ‘clinica’ per evitare che fosse trattata con la chemioterapia. L’Austria, che già investigava su Hamer per decine di casi di morti evitabili, allertò la Spagna. La polizia riuscì a convincere i Pilhar a tornare a casa. A Olivia fu estratto un tumore di 4 chili, quando lei ne pesava solo 16. Le fu salvata la vita.

Per il medico tedesco iniziò un pellegrinaggio per tutta Europa. Passò un anno in carcere in Germania tra il 1997 e il 1998, e un anno e mezzo in Francia a partire dal 2004. Più di recente, nell’agosto 2016, il caso della diciottenne italiana, Eleonora Bottaro, affetta da leucemia linfoblastica acuta, morta dopo aver rifiutato la chemio. La ragazza si era ammalata circa un anno prima, quando era ancora minorenne, e i genitori avevano rifiutato la chemioterapia, proprio in accordo con le teorie di Hamer.

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