Le associazioni locali, da diverso tempo, la definiscono “Emergenza Milano” e, adesso – dopo gli ultimi tragici fatti di cronaca – anche la giunta del capoluogo lombardo si trova “costretta” ad intervenire nel dibattito pubblico annunciando interventi per ridurre il numero vittime di incidenti stradali tra le persone in bici e i pedoni. Si tratta, al momento, solo di annunci e non ci sono ancora decisioni ufficiali. La città che si vanta di essere una metropoli a misura d’uomo deve fare i conti con il costante aggiornamento della conta delle vittime. Dall’inizio del 2023, infatti, sono già sette i morti: 3 viaggiavano in bici, 1 in monopattino e 3 pedoni. Numeri che, secondo i dati Istat, posizionano Milano al primo posto in Italia per persone in bici morte in incidenti. Le tre vittime del 2023, tra l’altro, sono tutte morte a causa di incidenti con dei mezzi pesanti.

“Il Comune punta ad accelerare il percorso che porterà a concretizzare l’ordine del giorno approvato la scorsa settimana dal Consiglio comunale, che chiede di far circolare i mezzi pesanti in città solo con sensori per l’eliminazione dell’angolo cieco e in assenza di questi solo di notte”, ha commentato l’assessora alla Mobilità, Arianna Censi, a margine del Consiglio comunale di lunedì sera. Ancora prima dell’ultima vittima (il 55enne morto lunedì mattina travolto da un tir), giovedì scorso il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal consigliere della Lista Sala, Marco Mazzei. Un atto, non vincolante, per sollecitare la giunta a regolamentare entro luglio 2024 (stessa data fissata da una direttiva europea) l’accesso dei mezzi pesanti in città prevedendo la circolazione soltanto tra le 22 e le 6 del mattino o durante tutto il giorno solo se dotati dei sensori per l’eliminazione dell’angolo cieco (cioè quei punti non visibili dal conducente).

L’ultimo incidente è avvenuto l’8 maggio nella periferia Nord della città, in via Comasina, quando intorno alle 10.30 un 55enne è stato travolto e trascinato per 300 metri da un tir. Prima di lui era toccato il 20 aprile a Cristina, 39 anni, morta dopo uno scontro con un betoniera in via Francesco Sforza. Il primo febbraio a perdere la vita era stata la 38enne Veronica investita da un mezzo pesante nei pressi di piazzale Loreto. E questi sono solo gli incidenti mortali in poco più di 4 mesi. Secondo i dati Aci-Istat relativi al 2021, nel Milanese 10 persone in bici sono morte in incidenti stradali. Il dato più alto d’Italia. Roma – città dove l’uso della bici è meno diffuso che a Milano – registra, invece, il record di vittime tra i pedoni (50 in un anno).

“Ho sentito il sindaco e l’assessore alla Sicurezza e sicuramente noi accelereremo, poi se ci saranno contraddizioni con il codice della strada o se avremo dei problemi lo vedremo lungo il percorso. Ma è necessario dare un segnale”, ha aggiunto l’assessora alla Mobilità. Da quello che trapela però da Palazzo Marino, l’iter sarebbe tutt’altro che semplice e scontato. L’obbligo dei sensori non è previsto dal codice della strada (norma nazionale) e pertanto la giunta starebbe vagliando eventuali escamotage per superare il problema utilizzando le competenze comunali sull’area B. Tradotto: se si arriverà a una delibera non sarà certo in tempi brevi.

“Noi siamo molto tristi, delusi e spaventati perché è la terza vittima con dinamica identica che si ripete in tre mesi. Nonostante questo, ancora dall’amministrazione non è arrivata nessuna delibera per risolvere questa emergenza”, spiega a ilfattoquotidiano.it Tommaso Goisis, attivista della campagna “Sai che puoi?”, una delle associazioni che il 17 aprile scorso ha radunato oltre 600 persone ai piedi di Palazzo Marino per la manifestazione “Emergenza Milano”, proprio per chiedere interventi immediati alla giunta Sala. “Il consiglio comunale ha fatto la sua parte – aggiunge Goisis – e lo apprezziamo, ma il termine fissato per il 2024 per noi è troppo lontano. Vogliamo una determina dell’amministrazione entro luglio di quest’anno, seguendo quanto già messo in pratica in città come Londra. Noi siamo spaventati ad andare in giro in bicicletta. Non li riteniamo incidenti ma scontri causati dall’angolo cieco dei mezzi pesanti”.

E proprio l’obbligo di dotazione dei sensori per l’eliminazione dell’angolo cieco è una richiesta che le associazioni avanzano da tempo. Non è dello stesso parere il segretario milanese della Federazione autotrasportatori italiani, Marco Colombo, che all’Adnkronos definisce l’ipotesi solo “un provvedimento a impatto mediatico” che “se rimanesse l’unico, non sarebbe assolutamente sufficiente a risolvere il problema della sicurezza sulle strade”. L’utilità di questo strumento però è stata già riscontrata in altre città del mondo. Nel report “The Direct Vision Standard and Safety Permit”, datato giugno 2022 e redatto dal sindaco di Londra e dall’autorità locale che regola il trasporto pubblico della capitale inglese, viene fatto il punto dei risultati raggiunti in un anno con l’introduzione dei permessi di sicurezza che prevedono una valutazione sulla visuale del conducente dai finestrini della cabina. Per chi non è a norma è previsto l’obbligo dei sensori. Mentre le autorità londinesi sono pronte a mettere in campo nuove restrizioni, è stato comunque appurato che le vittime di incidenti con mezzi pesanti sono passate da 9 del 2019 a 6 del 2021. Quattro dei sei incidenti mortali del 2021 hanno visto coinvolti mezzi con la valutazione più bassa. Anche il numero complessivo degli incidenti che hanno coinvolto mezzi pesanti è sceso da 48 nel 2017 a 17 nel 2021.

“Non sono opinioni o idee ma è realtà e scienza già dimostrata in altre città del mondo”, sottolinea Goisis: “In Italia siamo così indietro che non c’è neanche bisogno di discutere su cosa fare. Basta volerlo e fare quello che già esiste in altri luoghi”. “Lo stesso – aggiunge – vale per Milano Città 30. “Sono passati 5 mesi dall’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale e ancora non si sa se si farà ed eventualmente come”. A gennaio, infatti, i consiglieri comunali hanno approvato un altro ordine del giorno per spingere la giunta a istituire il limite di velocità in tutto l’ambito urbano a 30 chilometri orari a partire dal 1° gennaio 2024. Attualmente quel limite è previsto solo in poche zone della città. Ma anche in questo caso non è ancora stata approvata nessuna delibera dell’amministrazione. “La giunta ha parlato di estensione delle zone 30, che è una cosa molto diversa. Se è questo quello che vogliono – conclude Goisis – devono assumersi la responsabilità politica di dire che non faranno Città 30”.

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