È stato preso a schiaffi e spintoni mentre stava consegnando la cena a casa di un cliente, come fa abitualmente durante il suo lavoro: ad essere aggredito sabato sera a Milano in zona Giambellino è stato un rider di Deliveroo, una delle più note piattaforme di consegna a domicilio.
Secondo quanto riportato da Milano Today, che ha ripreso la vicenda riportata dal sindacato Uiltucs, a cui è legato Giuseppe di Maggio, il fattorino di Deliveroo vittima dell’aggressione, sabato sera il rider stava per consegnare la cena al domicilio di un cliente che abita in una palazzina di otto piani. L’uomo avrebbe chiesto a Di Maggio di salire all’ottavo piano per effettuare la consegna, ma il fattorino ha spiegato che avrebbe potuto al massimo lasciare la cena in ascensore, così come previsto dai termini del contratto. La replica non deve essere stata apprezzata dal cliente che è sceso dall’abitazione e ha iniziato a colpire il fattorino con schiaffi sul casco e spintoni: fortunatamente Di Maggio è riuscito ad allontanarsi, lasciando la consegna nei paraggi dell’abitazione.
“L’assistenza di Deliveroo, dopo una prima segnalazione via chat, ha negato – per motivi di privacy – ulteriore supporto per far sì che Di Maggio potesse tutelarsi a seguito dell’aggressione”, ha dichiarato il sindacato, che ha raccontato che il fattorino non ha potuto nemmeno recuperare dalla piattaforma i dati anagrafici che gli avrebbero permesso di risalire al suo aggressore. “Nonostante questo – ha sottolineato il sindacato – ha portato a termine la consegna”. Una consegna che gli ha procurato un’aggressione in cambio di un guadagno molto magro: meno di 4 euro.
“Questo è il frutto della gestione di un rapporto di lavoro che ha cancellato il lato umano e che conferma ancora una volta come i rider abbiano bisogno di diritti e tutele – ha continuato Uiltucs commentando la vicenda- Chiediamo all’azienda un segnale forte per far sì che episodi del genere mettano la tutela del rider al primo posto. Per quanto ci riguarda continueremo a dare il supporto necessario ai rider che vogliono avere una voce collettiva a tutela dei propri diritti“.