Un uomo di 31 anni, Aleandro Guadagna, è stato ucciso nella mattinata di mercoledì a Palermo, nella borgata di Boccadifalco (periferia sud della città) con diversi colpi di pistola. Per il delitto i carabinieri del Nucleo investigativo hanno rintracciato e fermato il suo padrone di casa, Giuseppe La Corte, 77 anni: si sospetta il movente economico. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’omicida ha atteso che Guadagna uscisse dal portone della sua abitazione, in via Molino 32, per poi fare fuoco, fuggendo subito dopo. I familiari della vittima hanno subito chiamato il 112: un’ambulanza è arrivata nel giro di pochi minuti, ma i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.

Alcuni testimoni hanno raccontato di alcune liti tra il 31enne e il proprietario dell’abitazione in cui viveva dal 2015, a causa di alcune mensilità di affitto non pagate. In prima battuta i militari sono quindi andati a casa di La Corte non trovandolo. I suoi figli, però, hanno raccontato che il padre si era recato nell’appartemento di per riscuotere i canoni d’affitto arretrati e aveva mandato a uno di loro un sms in cui diceva di voler sistemare “la questione economica”. Secondo la ricostruzione, dopo che l’inquilino ha ribadito di non voler saldare il suo debito, tra i due è scoppiata una violenta lite culminata nel sangue. Il presunto assassino è stato fermato mentre si trovava in un centro commerciale della zona: a bordo della sua auto è stato trovato un fucile da caccia. Si è consegnato alle autorità senza opporre resistenza: è stato portato in caserma al comando della compagnia San Lorenzo per eseguire l’esame dello stub, che accerterà l’eventuale presenza di tracce di polvere da sparo.

La vittima, sposata e con due figli, era già nota alle forze dell’ordine: era stato scarcerato a giugno scorso dopo aver scontato una condanna a quattro anni e otto mesi per aver fatto parte di una banda che il 23 luglio 2015 aggredì e rapinò in casa un non vedente, residente nella zona di Cruillas. Il giovane, allora 25enne e già con precedenti per rapina, venne arrestato dopo due anni. In quell’occasione si era finto postino, insieme ad alcuni complici, ed era riuscito ad entrare nell’abitazione. Ad incastrarlo, quella volta, fu un’impronta ritrovata dagli investigatori a casa della vittima della rapina.

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