La violenza sessuale consumatasi in piazza Carbonari a Milano, nella notte tra il 28 e il 29 aprile, ha un responsabile. Almeno secondo la polizia e la procura del capoluogo lombardo che hanno fermato un somalo di 32 anni, regolare, gravemente indiziato di aver abusato una donna, intercettata sul piazzale della stazione centrale e alla quale aveva offerto assistenza e ospitalità all’interno del suo giaciglio di fortuna – una tenda – nella piazza in zona Sondrio. La donna, senza fissa dimora come l’indagato, aveva la necessità di trovare un riparo e, come ha raccontato agli investigatori, l’uomo, dopo aver guadagnato la sua fiducia, l’aveva portata in una tenda nei giardini di piazza Carbonari e qui, approfittando della sua condizione di particolare fragilità, l’aveva costretta a subire atti sessuali.

Le indagini sono state avviate subito dalla sezione specializzata contro i reati a sfondo sessuale della Squadra Mobile di Milano, diretta da Marco Calì, che ha effettuato sopralluoghi sul luogo del reato e nelle vicinanze, trovando elementi che hanno consentito, in tempi brevi, di individuare una persona pienamente compatibile con la descrizione fornita dalla vittima. I poliziotti – coordinati dalla pm Rosaria Stagnaro del pool guidato dall’aggiunto Letizia Mannella – hanno poi effettuato altri accertamenti, anche con il contributo di un testimone e della stessa donna che ha riconosciuto il presunto autore nel cittadino somalo, senza fissa dimora che precedentemente era in Piemonte e da qualche settimana a Milano. L’uomo, una volta portato in questura, è stato fermato ed è ora nel carcere di San Vittore in attesa della convalida.

“Gli ho chiesto aiuto, mi serviva assistenza, volevo che chiamasse qualcuno, perché io mi muovo con due bastoni, e lui, invece, mi ha portato nella sua tenda e mi ha violentato per tre volte”, ha raccontato, in sostanza, ad investigatori e inquirenti la 57enne. Stando agli elementi raccolti nell’indagine, tra cui le dichiarazioni della vittima, l’uomo avrebbe anche detto a un’altra persona che dormiva nei giardini della piazza: “Ora puoi entrare tu, puoi fare quello che vuoi con lei”. Ma quest’uomo non avrebbe partecipato alla violenza. Negli atti vengono descritto anche il rifiuto di partecipare alle violenze dal parte del terzo uomo, il quale, però, non avrebbe in alcun modo aiutato la donna, ma avrebbe anzi detto con fare spregiativo “è un’invalida”.

Mentre un altro senzatetto, che dorme in quella zona, con la sua testimonianza, avrebbe fornito dei particolari utili per rintracciare l’aggressore, trovato stamani dagli agenti nella zona della metropolitana di San Donato. Nel provvedimento di fermo si legge che il somalo ha “abusato delle condizioni di inferiorità fisica” della donna “affetta da disabilità motoria” dopo averla avvicinata nel piazzale antistante la stazione Centrale intorno alle 21.30 del 28 aprile. Poiché era una giornata molto piovosa, le ha offerto riparo nella propria tenda, che hanno raggiunto in tram. L’uomo avrebbe avvicinato la vittima dicendole che gli ricordava sua madre. Lo stupro ha avuto diverse fasi e si è protratto fino al mattino successivo, quando poi il somalo ha lasciato la tenda perché la donna non riusciva a muoversi.

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