Cinema

L’ecumenico palmares dei David di Donatello 2023 – Miglior film Le otto montagne, premiati gli attori Gifuni e Ronchi

di Davide Turrini

Le Otto Montagne vince il David di Donatello 3 come miglior film. Fabrizio Gifuni e Barbara Ronchi migliori attori. E il David per la miglior regia va a Marco Bellocchio per Esterno Notte. Insomma, il glamour, la magia, la poesia de Le Otto Montagne stacca di netto il biglietto del primo arrivato rispetto al cinema italiano più tradizionale, accigliato e compunto, di Martone, Andò, Bellocchio. Ecumenico e cencelliano come sempre il palmares dei David, al di là del bistrattato Signore delle formiche di Amelio (fisicamente assente) e dell’incommensurabile Luigi Lo Cascio/Braibanti (presente e come sempre signorilmente sportivo nella sconfitta). Quattro David a Le otto montagne, quattro anche a La stranezza (exploit autentico al box office dell’autunno scorso) e quattro pure a Esterno notte. Se poi ne arrivano due generosissimi, anzi proprio stracciati, a Siccità (Emanuela Fanelli come attrice non protagonista e migliori effetti visivi – sic!); due a L’ombra di Caravaggio (acconciatura e David Giovani); due a Settembre (miglior esordio alla regia e attrice), uno a Nostalgia, uno a Il Pataffio (per il soundtrack di Stefano Bollani) e uno a Elodie, pardon a Ti mangio il cuore (miglior canzone), la distribuzione equanime di pani e pesci è fatta.

Il regista Marco Bellocchio

Correre, correre, correre. Sembra questo il (solito) motto della serata televisiva dei 68esima edizione dei David di Donatello condotta da Carlo Conti assieme ad una Matilde Gioli che fa di tutto per raggiungere il partner in fatto di abbronzatura, fermandosi (ahilei) alla tonalità domenica sul terrazzo, anni luce lontana dal color caraibico contiano. L’inizio della diretta su Rai1 è terrificante. Anche perché mentre parla una pucciosissima Lucia Borgonzoni sottosegretaria al Ministero della Cultura, la regia di Pagnussat stacca sulla seconda fila con Matt Dillon che dorme profondamente dopo la sbronza ed Enrico Vanzina che scartavetra la narice sinistra come fosse in auto fermo al semaforo. Capita anche ai migliori, si sa. Gioli fa subito un appello modello Bim Bum Bam ai “cuccioli” che stanno seguendo (quanti saranno con di là su Tv8 Milan-Inter?) la diretta Rai1 chiedendo di donare al cinema la loro freschezza e i loro nuovi linguaggi. Poi subito parte la rumba dei premi a categoria scrambled, ovvero rimescolati in modo che tutti rimangano collegati per due ore e non tornino verso la fine per attori, film e regia. Apre la danze la Fanelli che come da tradizione, essendo la prima premiata sfora mostruosamente i 30 secondi per i ringraziamenti sfiorando perfino lo spot notturno di Vespa per un mefitico Porta a Porta.

Segue la vittoria dell’ottimo Francesco Di Leva, come attore non protagonista di Nostalgia di Martone, che batte una sfilza di fuoriclasse (Servillo, Germano, Timi, Russo Alesi) e prolunga i festeggiamenti dello scudetto del Napoli. Poi subito la prima sorpresa: Giulia Steigerwalt, la compagna del produttore Matteo Rovere, vince il David come miglior esordio alla regia per Settembre. E tanto lei sembra controllata, quanto Rovere piange come una fontana. Qualche istante dopo è ancora Settembre. Tempo del lembo di una busta che si apre, e Barbara Ronchi spariglia la casella del David per la migliore attrice, battendo Penelope Cruz e Margherita Buy. Fuori i secondi, insomma. Ronchi, 40enne, è solida attrice teatrale forgiata su testi e regie di Valerio Binasco e Fausto Paravidino, ed aveva già mostrato la sua stoffa in Padrenostro e Mondocane. Rovere piange di nuovo. Lei ringrazia gli uomini della sua vita e dà il suo sostegno all’associazione Amleta.

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