E’ rispuntato il dibattito sul clima. Dopo che per tre anni non si è parlato altro che di virus, qualcuno si è ricordato che c’erano anche altri problemi. E così, si è parlato di clima nella scorsa puntata di PiazzaPulita la trasmissione di Formigli su La7. Ne trovate la registrazione completa a questo link.
Ho provato a guardare la trasmissione, ma non ce l’ho fatta a reggerla tutta. Otto persone invitate, di cui l’unico competente sul cambiamento climatico era Stefano Caserini, al quale hanno dato qualche minuto in tutto (!!). Gli altri erano una banda di gente di varia estrazione che si sono presi a male parole al punto che l’attivista Chloe Bertini, di “Ultima Generazione” non ne ha potuto più e se n’è andata. Insomma, una bella caciara.
Ora, non c’è da dare troppa attenzione a una delle tante trasmissioni strutturate apposta per fare udienza per mezzo degli scontri verbali fra i protagonisti. Questi “talk show” non hanno nessuna pretesa di essere rigorosi, e nemmeno di informare il pubblico, lo sappiamo tutti. Il problema è che uno dei pochi momenti in cui si è parlato di cambiamento climatico in tv negli ultimi tempi è stato proprio in questo talk show. E invece dovremmo parlarne molto di più e più seriamente, perché è una cosa importante per il futuro di tutti noi e specialmente per i giovani (a mio parere, Chloe Bertini ha fatto bene ad andarsene).
Non voglio dire che devono parlare soltanto gli esperti – assolutamente no. Un dibattito sul clima è possibile, ed è perfettamente possibile dare spazio a opinioni che non sono in accordo con quelle della maggioranza degli scienziati. E’ il dibattito che ha creato l’attuale consenso, e il dibattito può sempre rimetterlo in discussione. Ma il dibattito vero si fa con certe regole. Che sia scritto o parlato, su qualunque argomento, ci vogliono dei moderatori che effettivamente moderano e non lasciano spazio alle sopraffazioni verbali dei più rumorosi. La scienza non progredisce facendo caciara.
Nel dibattito di PiazzaPulita, Caserini avrebbe potuto facilmente demolire certe affermazioni basate su dati obsoleti o semplicemente falsi se gli fosse stato dato modo di farlo. Per fare un esempio, Prestinizi ha mostrato un grafico che sembra dimostrare che il riscaldamento globale non esiste. Ma non ha detto che è un grafico del 1997, che è basato sui dati di una sola stazione climatica in Groenlandia, e che è stato ampiamente superato da dati più recenti (la storia la potete leggere a questo link). Una buona moderazione del dibattito avrebbe evitato che quel grafico passasse come se fosse la verità unica e indiscutibile. E forse avrebbe generato una discussione più interessante anche per i telespettatori.
La storia del cambiamento climatico è solo una dei molti settori in cui non riusciamo ad gestire questioni importanti in modo serio. Purtroppo, siamo bloccati in una situazione in cui i dibattiti televisivi servono solo a far fare brutta figura a chi da fastidio alle lobby dominanti. Forse gli scienziati dovrebbero rifiutare di apparire in questi spettacoli da circo, ma così darebbero l’impressione di essere una casta che rifiuta il dibattito. Difficile dire cosa sia meglio fare ma così come stanno le cose non andremo molto lontano nel risolvere i problemi che ci assillano.