Per molte famiglie la situazione, che già non era rosea, si sta facendo drammatica. I cassaintegrati a zero ore di Alitalia, lasciati a casa da fine 2021 mai più non riassorbiti nella nuova e più piccola Ita Airways, al 100% del Tesoro, da 5 mesi non ricevono più l’assegno che spetterebbe loro. Arrivati ormai a metà maggio, l’Inps ha pagato solo la cassa base di gennaio. L’Istituto di previdenza dice che Alitalia, in amministrazione straordinaria, manda dati sbagliati e confusi. I conti son complicati e quindi tutto è (molto) rallentato. Certo è che per alcuni dei 1.200 percettori, le difficoltà e i problemi iniziano ad essere pesanti. Qualcuno avanza anche ipotesi più maliziose. Nei tribunali sono in corso una valanga di cause di lavoro in cui gli ex dipendenti di Alitalia contestano che il passaggio a Ita Airways sia avvenuto senza una continuità aziendale. In teoria Ita Airways nasce come compagnia che nulla aveva a che fare con Alitalia. Questo nonostante abbia assorbito parte del personale, usi gli stessi aerei, lo stesso codice e, per un certo tempo, anche la stessa livrea.

Formalmente, però il fatto di presentarsi come una “start up”, ha permesso a Ita di non farsi carico dei destini di gran parte dei lavoratori Alitalia. Come facilmente intuibile però questa impostazione è piuttosto fragile se sottoposta ad una valutazione di un giudice del lavoro. Qualcuno ipotizza che, centellinando i versamenti della cassa, si cerchi di invitare i lavorati dal desistere dal portare avanti le azioni legali che, se coronate dal successo, imporrebbero a Ita la riassunzione. Questa è una vera e propria spada di Damocle che pende sulla trattativa in corso con Lufthansa per la quale, proprio oggi e dopo l’ennesimo rinvio, scade la proroga dell’esclusiva. La chiusura di un accordo viene annunciata dal governo per imminente ormai da almeno tre mesi ma è possibile che anche questa volta ci sia una fumata grigia. A gestire le trattative è il presidente di Ita Antonino Turicchi. I timori di Lufthansa sono comprensibili anche se la compagnia tedesca potrebbe comunque tenersi aperta una qualche uscita di emergenza. In teoria i tedeschi dovrebbero entrare con una quota di minoranza (intorno al 40%) assumendo però il pieno controllo operativo della compagnia per cui sarebbe pronto un piano di rilancio focalizzato sui collegamenti con Nord e Sud America. Lufthansa sarebbe disposta a pagare una cifra tra i 200 e i 300 milioni. Ita Airways ha perso nel 2022 486 milioni di euro. L’orologio fa tic tac, i nervi sono a fior di pelle.

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