Televisione

Eurovision 2023, dallo show della drag queen all’inno all’autoerotismo: ecco i finalisti e cosa è successo durante la serata. Anche stavolta San Marino torna a casa

Nella Semifinale di ieri sera in diversi brani si è parlato di depressione, relazioni tossiche, allontanamenti famigliari e dell'autoerotismo come atto di libertà. Anche stavolta San Marino non ce l'ha fatta e così la band toscana Piqued Jacks tornerà a casa

di Andrea Conti

Se nella prima Semifinale di martedì scorso diverse nazioni hanno portato alla Liverpool Arena un messaggio di pace e contro la guerra in Ucraina, in alcuni casi, citando in maniera diretta la Russia putiniana, i toni sono cambiati nella seconda Semifinale di ieri sera. In diversi brani si è parlato di depressione, relazioni tossiche, allontanamenti famigliari, ma anche dell’autoerotismo come atto di libertà. È il caso di Brunette (Armenia) che con “Future Lover” canta di darsi piacere da soli, soprattutto quando le cose in una relazione non vanno bene. Sembra essere allineata anche Blanka con “Solo” (Polonia) che canta di una donna che oltre all’autoerotismo, si lancia anche in una performance erotica rivolta al suo ex fidanzato.

È stato il 25enne Reiley ad aprire la seconda Semifinale con “Breaking My Heart” (Danimarca), una vera star su TikTok con quasi 11 milioni di follower e faccia acqua e sapone. Poi è stata la vota di Theodor Andrei che con la chitarra ha suonato “D. G. T. (Off and On)” per la Romania, anche qui una velata allusione sessuale: “Mi suona con le dita, mi fido di lei”. Dolcissima la ballad di Alika con “Bridges” (Estonia), il racconto delicato del momento di depressione che la stessa cantante ha vissuto.

Gustaph con “Because Of You” (Belgio) si riallaccia alla house music Anni 80-90 e canta un brano che, in qualche modo, celebrare la forza di essere riusciti a farcela, grazie anche al supporto di chi ci ama. Potente ed ad effetto (prima con le cascate d’acqua e poi con il tripudio di fuochi sul finale) la performance di Andrew Lambrou che con “Break A Broken Heart” (Cipro) parla di un amore finito e della forza di rialzarsi ancora più forte di prima. Diljá con le atmosfere rarefatte di “Power” (Islanda) racconta di una relazione tossica e della fuga da essa. Il sedicenne Victor Vernicos con “What They Say” (Grecia), invece, elogia la condivisione delle proprie esperienze con gli altri per combattere l’ansia e l’oppressione.

La band che sembra uscita direttamente da un talent Anni 90, i Joker Out con “Carpe Diem” (Slovenia) invitano proprio a “cogliere l’attimo”, dal nome non si sarebbe detto. Iru con “Echo” (Georgia) lancia un messaggio di speranza per un mondo che sia migliore. La band toscana indie-rock Piqued Jacks con “Like An Animal” (San Marino) si lancia in una performance sensuale e rock. Teya & Salena con “Who The Hell is Edgar?” (Austria) accusano, in maniera pesante, l’industria musicale. La loro denuncia parte dall’evidenziare come un artista oggi emergente faccia molta fatica a farsi spazio, nemmeno lo streaming consente di vivere perché con il ricavato delle piattaforme digitali non ci si può pagare l’affitto. Albina & Familja Kelmendi con “Duje” (Albania) parlano di come sia importante rimanere uniti in famiglia, nonostante la crisi e le piccoli e grandi incomprensioni, pure per evitare traumi ai figli. Un pizzico di soul sul palco con Monika Linkytė e la sua “Stay” (Lituania), un inno alla guarigione dopo un momento difficile e doloroso. A chiudere la seconda Semifinale i Voyager con “Promise” (Australia) sul palco con una macchina che richiama il film cult “Ritorno al futuro”. Estetica Anni 80 spinta.

Nell’Interval Act protagonista è stata la cantante ucraina Mariya Yaremchuk (che ha partecipato a Eurovision 2014) con un viaggio musicale che ha esplorato la connessione tra generazioni ucraine dal passato al futuro. Nello stesso show cambiano poi i colori e appaiono fasci di luce rainbow per la celebrazione di un luogo, come Eurovision, in cui tutti possono essere chi sono, liberamente. Tra ballerini e numeri pirotecnici è apparsa anche una sfavillante drag queen per rilanciare i valori di inclusività e la celebrazione della diversità.

Il televoto ha promosso dieci Paesi che vanno così dritti al Gran Final di sabato 13 maggio. I 10 Paesi promossi per la Finale di sabato sono: Albania, Cipro, Estonia, Belgio, Austria, Lituania, Polonia, Australia, Armenia e Slovenia. E anche stavolta San Marino torna a casa. A questo gruppo si aggiungono anche i dieci Finalisti di martedì scorso Croazia, Moldavia, Svizzera, Finlandia, Repubblica Ceca, Israele, Portogallo, Svezia, Serbia e Norvegia. Oltre alle Big Five Italia, Spagna, Germania, Regno Unito e Spagna con l’Ucraina in aggiunta, in quanto Paese vincitore dello scorso anno.

(Foto di Sarah Louise Bennett – EBU)

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