La notizia della partecipazione di Enzo Ghinazzi come membro della giuria a Road to Yalta, festival di musica internazionale russo giunto alla quinta edizione aveva fatto discutere. Pupo era stato letteralmente travolto dalle polemiche per l’annunciato sbarco al Palazzo di Stato del Cremlino: “Le canzoni sovietiche sulla guerra verranno eseguite in diverse lingue del mondo in duetto con le star del palcoscenico russo” e il cantante italiano era previsto come “special guest“. Pupo aveva annunciato il suo passo indietro come giudice al “Sanremo russo” a Dagospia promettendo di fare chiarezza. Qualche giorno dopo l’artista rompe il silenzio inviando proprio al sito diretto da Roberto D’Agostino una lunga nota vocale per spiegare le ragioni della sua scelta mettendo subito le cose in chiaro: “Non accetto di essere giudicato con superficialità”.
“Io ho conosciuto i russi e gli ucraini, come i kazaki e come gli uzbeki, tutti i popoli dell’ex Unione Sovietica li ho conosciuti nel momento in cui erano tutti insieme e so quanto amore e la fratellanza che ha sempre legato anche proprio i due popoli soprattutto gli ucraini e russi oggi assistere a quello che sta accadendo per me è una pugnalata al cuore. Perché io ho cantato ovunque in Ucraina in tutte le città che adesso sono sotto attacco io minimo ho fatto 4/5 concerti e per ogni città nel corso degli anni e ho anche cantato in tutta la Russia, quando c’era la pace, quando i due popoli erano fratelli e quando non era iniziata questa faida familiare. Perché di questo si tratta. A mio avviso si tratta di un conflitto fra parenti, un conflitto che noi non possiamo giudicare con la superficialità di dividere un aggredito dall’aggressore o di dividere il mondo fra buoni e cattivi. Spero vivamente che presto torni la pace perché voglio tornare a cantare in Russia, in Ucraina, ovunque. E questo è un po’ il mio pensiero”, spiega il cantante.
Arrivando poi alle ragioni del suo dietrofront: “Ma quando si parla della mia partecipazione ad un evento, come quello al quale ero stato invitato, io sarò ancora più preciso: non sono andato a Mosca per tutelare la mia famiglia, i miei amici, i miei collaboratori, le persone che vivono accanto a me e che della mia attività fanno un punto di riferimento per mantenere le loro famiglie, di una famiglia molto allargata che si ama e che io amo. Ho collaboratori molto molto legati a me che lavorano e girano il mondo con me da più di quarant’anni. Quindi è molto semplice: viviamo in un periodo di, consentitemi di dire, di pura follia, in cui ogni gesto viene strumentalizzato al punto da poter creare problemi indicibili e molto molto gravi, che danneggiano le famiglie e le persone”, ha aggiunto Pupo.
“Lo facciamo con una disinvoltura a volte inquietante e imbarazzante, perciò semplicemente, per tutelare – perché ho ricevuto davvero, non parlo degli insulti e degli epiteti, parlo di minacce reali di persone che si sono insinuate non so come nella mia privacy, e in qualche modo mi hanno fatto riflettere sul da farsi in questa circostanza. E allora cosa ho fatto? Ho telefonato ai miei amici, organizzatori del Festival Road to Yalta, mi sono consultato con loro ho raccontato loro cosa stava accadendo in Italia e sono stati loro i primi a dire: “No, Enzo non devi mettere a rischio né la tua incolumità fisica e professionale ma soprattutto nemmeno quella di chi con te vive e vive del tuo lavoro. Non devi mettere a rischio nemmeno le loro famiglie e la tua famiglia”, ha continuato il suo sfogo il cantante. “Sono stati i primi loro a dirmi che sarebbe stato meglio non partecipare quest’anno e aspettare tempi migliori più pacifici e più sensati per poter tornare in giro per il mondo, in giro per l’est, ovunque io possa portare la mia musica. Poter tornare a lavorare con più serenità, non so ho ancora tante cose da dire ma queste sono quelli essenziali. Spero di essere stato chiaro come credo di essere sempre chiaro ogni volta che in qualche modo prendo delle decisioni, che in questo caso non sono solo mie, me ne rendo conto, ma appartengono all’opinione pubblica. Grazie”, ha concluso Pupo.