L’ultimo morto sul lavoro si chiamava Ugo Antonio Orsi, aveva 55 anni e faceva il cavatore. È deceduto schiacciato da un masso di marmo in una cava della Garfagnana, nel comprensorio Orto di Donna a Minucciano, in provincia di Lucca. Orsi – che lavorava nella cava da 8 anni – viveva a Gorfigliano, frazione di Minucciano, e lascia la compagna e tre figli, uno dei quali è anche lui operaio in una cava.
L’incidente è avvenuto attorno alle 8 in un punto impervio della cava. A staccarsi e travolgere Orsi è stato un masso di marmo. I colleghi hanno subito dato l’allarme, ma quando è intervenuto l’elisoccorso non ha potuto far altro che constatare il decesso dell’operaio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, i vigili del fuoco, il Pegaso e gli operatori del Dipartimento della prevenzione Igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. La procura di Lucca ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’area dell’incidente dove l’operaio è stata sequestrata, inoltre, sempre secondo quanto si apprende, potrebbe essere disposta l’autopsia.
Nel primo trimestre del 2023 si sono registrate, in media, 65 vittime sul lavoro al mese. A metà aprile erano già oltre 300 gli incidenti mortali. Dopo il decesso di Orsi, la Fillea Cgil ha indetto uno sciopero di 8 ore nel comparto nella giornata di lunedì: “Non è più possibile accettare questo tipo di tragedie, è tempo di agire, da anni spendiamo tempo e risorse per la sensibilizzazione alla sicurezza, adesso è il momento della prevenzione, prevenire affinché certe disgrazie non debbano più succedere. Questo settore ha già pianto fin troppe vite e non è più tollerabile che ciò avvenga”.
Intervenendo dal palco della manifestazione unitaria dei sindacati in corso a Milano, il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri si è invece rivolto alla ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone: “Abbiate la compiacenza di tacere quando parlate di sicurezza e di precariato”. Anche l’assessora regionale alla Formazione e lavoro Alessandra Nardini ha lanciato un appello dopo l’incidente di Minucciano: “Questa strage va fermata. Bisogna mettere al centro la tutela della persona e la sicurezza non può e non deve essere considerata un costo. Le dinamiche di questo incidente dovranno essere chiarite, ma un dato è certo: si continua a morire di lavoro, in alcuni settori accade più che in altri. Allora occorre ribadire un concetto: il lavoro deve essere dignità, deve svolgersi in sicurezza e con ritmi adeguati, un concetto che le logiche del profitto non possono mettere in discussione”.