di Alessio Andreoli
E’ argomento di questi giorni l’aumento dei prezzi di locazione in generale per tutti, ma in particolare per i giovani universitari che coraggiosamente hanno dato il via ad una protesta molto civile, che li vede alloggiare in tenda nei parchi o nelle piazze in prossimità delle università. Intervistati, lamentano l’impossibilità di poter sostenere le spese per avere un alloggio decente in cui vivere quando non sono a lezione.
E’ evidente che il problema riguarda tutto il settore. Dalle varie interviste emerge che i prezzi per l’affitto di un locale o di un appartamento sono più che raddoppiati rispetto a qualche tempo fa e l’aumento sarebbe provocato dalla forte domanda rispetta all’offerta, quindi è una speculazione. La domanda di locazione, in particolare nelle grandi città, è talmente elevata che molti proprietari anziché offrire l’alloggio agli studenti preferiscono il mercato del turismo da cui probabilmente ricavano molto di più con un minore impegno. Infatti con il notevole aumento del turismo dopo la pandemia, sempre per la regola dell’offerta inferiore alla domanda, anche i prezzi degli alberghi e degli hotel sono notevolmente aumentati: perciò i turisti, attraverso le piattaforme dedicate, cercano alloggio presso i privati riducendo ulteriormente la disponibilità per gli studenti.
La regola di mercato è semplice ed è valida per qualsiasi cosa, quando la domanda supera di molto l’offerta se vuoi il prodotto lo devi pagare il doppio o il triplo. Questa è una tipica situazione dove il cittadino non ha nessuno strumento per difendersi se non la protesta o la rinuncia del bene di cui vorrebbe usufruire. Per questo ho scritto che questi ragazzi non solo sono coraggiosi, ma aggiungo valorosi e audaci. Non è facile in questo periodo dell’anno dormire in tenda sotto la pioggia o comunque all’addiaccio e in balia del tempo, senza nessuna comodità, senza il famoso divano su cui, come racconta spesso il destra-centro, passano le giornate a poltrire i nostri giovani. Al di là della mia ammirazione, il sentimento che più mi travolge è l’indignazione per le risposte che sento da alcuni rappresentanti del governo o dai sostenitori dello stesso.
Tralasciando la gaffe del ministro Valditara che ha affermato che la responsabilità di questa situazione è da imputare ai sindaci di centrosinistra, sento Fabio Dragoni a La7 che insiste nel criminalizzare i giovani accusandoli che non vogliono fare i pendolari e che non vogliono fare sacrifici. Sento anche Pietro Senaldi che balbetta nel cercare di difendere il titolone di Libero: Fatevi il mazzo non la tenda, riferendosi ovviamente agli universitari. Questi giornalisti avrebbero il dovere di solidarizzare e non biasimare e bollare la protesta come il frutto di una pretestuosa posizione politica dell’opposizione. Il buon giornalismo ha il dovere di prendere atto, verificare e dare notizia riportando anche la voce di chi fa la sua rimostranza, condivisibile o meno, a maggior ragione per un problema vero e innegabile.
Così come chi sta al governo deve governare, cioè curare lo stato e la vita pubblica e i cittadini – che essi siano o meno patrioti. Il governo deve dare risposte e cercare soluzioni, più o meno soddisfacenti, ma soluzioni e non polemiche. Però mi viene un dubbio e mi pongo una domanda. Questo aumento indiscriminato dei prezzi degli affitti fa forse parte dell’impegno preso da parte di Giorgia Meloni in fase di insediamento quando dichiarò: “allora il nostro motto sarà ‘non disturbare chi vuole fare’?”.