Tanto rumore, poi il grande classico: “Sono stato frainteso, non mi dimetto”. Si scioglie in 24 ore il caso Levi-Rovelli che ieri è montato come la panna risultando indigesto alla politica tutta, all’opposizione come alla maggioranza. Ma lui no, non si dimette, il presidente dell’Associazione degli editori e commissario del governo per la Fiera di Francoforte 2024, come nulla fosse, fa marcia indietro: dopo la lettera con cui aveva revocato l’invito al fisico Carlo Rovelli, reo di aver espresso critiche al governo e al ministro Crosetto sul palco del Primo Maggio sul tema armi e guerra, ne manda un’altra di segno contrario al motto “avanti Rovelli, benvenuto”.

La prima lettera, diffusa proprio dal fisico, aveva trasformato un sabato di ordinaria attesa di Zelensky a Roma in un vortice di polemiche e dichiarazioni surreali nelle quali perfino i ministri (in astratto) più sospettabili di censura – dallo stesso Crosetto a Sangiuliano – si sono detti non solo estranei a ogni pressione ma perfino contrari alla decisione di Levi, tanto da invitarlo a fare un passo indietro sull’invito, ravvedimento che arriva in tarda serata in forma di una nuova lettera, opposta alla prima, in cui il commissario tenta anche di spiegare quel che pare ancora oggi incomprensibile, se non come una brutta vicenda di autocensura preventiva. Il punto irrisolto è sempre lo stesso: per proteggere chi e cosa?

Come ha raccontato ieri il Fatto.it, unico peraltro ad averlo ricostruito, dietro tutta la vicenda potrebbe esserci una storia di attaccamento alla poltrona e di asservimento (non richiesto) per conservarla. Per capirlo bisogna esaminare con attenzione gli atti e le procedure che l’hanno portato in cima al monte da cui scaglia veti e lettere scarlatte. Levi inizialmente era stato indicato dal ministro Dario Franceschini a capo della commissione per la Buchmesse nel 2019, il 10 marzo 2022 viene nominato Commissario straordinario da Mario Draghi. Mattarella controfirma il decreto di nomina. Leggendolo, saltano fuori due circostanze concrete che potrebbero spiegare una volta per tutte una condotta altrimenti incomprensibile: Levi, per decreto appunto, deve rispondere del suo operato direttamente al Presidente del Consiglio che non è più Draghi bensì Giorgia Meloni. Non solo. Il suo incarico scade il 31 dicembre 2023 ma la Fiera del Libro di Francoforte si svolgerà appunto nel 2024 ( dal 16-20 ottobre). Per arrivare al traguardo, dunque, a Levi serve una proroga dell’incarico che necessariamente arriverà sempre dalla Meloni. Si potrebbe allora sostenere, fino a ieri maliziosamente, ma ancor più alla luce delle ammissioni di Levi sull’autonomia della scelta, che il commissario abbia voluto proteggere soprattutto il suo incarico. E che cancellando la presenza di Rovelli abbia inteso preventivamente sminare il campo da eventuali attriti, ostacoli e incidenti. L’altro indizio arriva dalla decisione di non dimettersi. Legittima, ma coerente col sospetto che, alla fine, il caso Levi-Rovelli sia stato solo una storia di poltrone.

Una mezza confessione arriva per altro dalla difficile intervista a Repubblica, che cerca di scavare nella vicenda senza trovare il bandolo di una motivazione solida dietro le risposte di Levi che, per prima cosa, si trincera dietro il Quirinale. “Lo sforzo è stato tenere insieme due responsabilità che non sempre possono coincidere: quella di Commissario straordinario con un mandato del Presidente della Repubblica e quella di presidente dell’Associazione degli Editori”. Ma alla fine ammette di aver agito come commissario. Anche messa così, la vicenda non si spiega, salvo notare che Levi scomoda la presidenza della Repubblica sapendo che in realtà risponde al capo del Governo. Circostanza che si guarda bene dal citare, forse perché farlo significava mettersi in croce da solo. E inchiodare le sue scelte alla tavola della vergogna.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Meloni all’adunata degli Alpini a Udine: “Leva? Tema da affrontare come ipotesi volontaria”

next
Articolo Successivo

Meloni visita Berlusconi al San Raffaele: “È di ottimo umore e in ripresa, lavora sui dossier”

next