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Domenica In, Marina Cicogna ricorda il fratello Bino morto suicida: “Quando usciva beveva il latte, penso che qualcuno gli abbia rifilato qualcosa”

Bino Cicogna si tolse la vita a soli 36 anni soffocandosi con il gas, mentre si trovava a Rio de Janeiro, in Brasile, sotto falso nome

Marina Cicogna, fresca vincitrice del David di Donatello alla carriera, è stata ospite dell’ultima puntata di Domenica In e, chiacchierando con Mara Venier, si è raccontata a cuore aperto, tirando le somme della sua vita tra successi professionali e il grande dolore per la morte del fratello Bino. “Eravamo quasi coetanei, ma molto differenti di carattere. Ha avuto una sorella che aveva più personalità e forza di lui e penso che un pochino abbia vissuto alla mia ombra – ha iniziato a raccontare la produttrice cinematografica -. Quando hanno deciso che mi sarei dovuta occupare della Eurofilm e lui fu messo a gestire le finanze, gli rovinarono la vita. Mi ha sempre fatto moltissima tenerezza, ma abbiamo sempre fatto una vita differente. Quando usciva beveva il latte, e penso che qualcuno ad un certo punto gli abbia rifilato qualcosa perché è cambiato moltissimo. Adesso quando faccio dei sogni bizzarri, lui c’è sempre, prima non lo sognavo così tanto, è impressionante”.

Suo fratello Bino Cicogna si tolse infatti la vita a soli 36 anni 17 dicembre del 1971, soffocandosi con il gas, mentre si trovava a Rio de Janeiro, in Brasile, sotto falso nome e con documenti intestati ad un tale Giorgio Del Magno. In quel periodo stava attraversando un momento di grande difficoltà economica e di crisi professionale: “Il suicidio ti colpisce perché ti senti sempre un po’ colpevole per non aver fatto abbastanza e non aver capito come una persona veramente sta – ha spiegato Marina Cicogna -. Lui l’ho visto due o tre giorni prima, mi disse che andava a Rio e partì con un passaporto fasullo, successero un sacco di cose, ma questa roba non mi sembrava potesse condurlo ad un gesto di quel tipo. Ad un certo punto disse a mio padre che voleva gli comprasse una fattoria nel nord del Brasile. Lui gli disse di stare un po’ di mesi lì per vedere come andava, lo prese come un rigetto e la mattina dopo lo trovarono morto“. All’epoca, la sua morte suscitò grande scalpore, non solo perché lui era uno dei più grandi produttori cinematografici del momento, ma anche perché per un periodo circolò anche l’ipotesi che si fosse trattato di omicidio. Questa tesi, però, non trovò mai riscontri definitivi.