Calcio

Estorsione, tentato omicidio, lesioni: chi sono i tifosi che hanno strigliato il Milan. Ma Salvini: “Ci sono cose più importanti su cui indagare”

Quasi le otto di sera di sabato e allo stadio di La Spezia va in scena l’inchino dei calciatori del Milan, appena sconfitti dai padroni di casa, davanti ai capi della Curva Sud. Tutti in riga, compreso il mister Stefano Pioli, braccia conserte e parole di assenso masticate a bassa voce. Tutto bene, dunque. Lo è certamente per il presidente del Milan Paolo Scaroni per il quale il confronto “è una cosa positiva”. Peccato che quegli ultras si portino dietro pagine di precedenti: dall’estorsione, al tentato omicidio, dalla rissa alla rapina, alle lesioni. Ma tutto va bene, ci pensa l’euroderby a nascondere lo sporco sotto al tappeto

Del resto anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini pare sulla stessa linea di Scaroni. Tanto da commentare in relazione a una fascicolo aperto dalla Procura federale: “Che si aprano fascicoli di inchiesta sulla discussione fra giocatori di calcio e tifosi… penso e spero che ci siano cose più importanti di cui occuparsi”. Non sorprende detto da uno che nel 2018 alla festa per i 50 anni della curva abbracciò il capo Luca Lucci fresco di patteggiamento per droga e futuro condannato a sette anni sempre per droga. Sabato il capo non c’era, perché ai domiciliari in attesa della Cassazione. C’era invece il fratello Francesco, tatuato e rasato, colui che ha arringato i campioni rossoneri. Sulle spalle Lucci ha una condanna definitiva a 3 anni per una tentativo di estorsione da 100mila euro portata avanti con la moglie. “Uccido te e i tuoi figli”, andava dicendo Lucci per intimorire. Pizzicato quasi in flagranza e con la moglie che in tasca aveva 2mila euro della vittima.

Accanto a Lucci che urla in faccia ai vari Giroud e Theo Hernandez, c’è Shrek, al secolo Alessandro Sticco, precedenti per rapina, rissa e aggressioni avvenute “anche con spranghe di ferro”, a dimostrazione, secondo la Cassazione, del “suo stabile inserimento nelle frange violente del tifo calcistico”. Non lontano, giubbotto arancione, lo storico Barone, al secolo Giancarlo Capelli che nel 2007 fu indagato per una tentata estorsione alla società Milan. Al termine del processo fu assolto. Poco più in là rispetto a Lucci nelle prime file, Fabiano Capuzzo, condannato in primo grado per droga e assolto in appello. Capuzzo dal 2009 ha accumulato condanne definitive per tentato omicidio, rissa, lesioni, porto illegale d’armi.