Pioggia di reazioni, polemiche, ricostruzioni: al centro della scena c’è Fabio Fazio. Ieri il gruppo Warner Bros Discovery ha annunciato l’arrivo del conduttore savonese, un contratto lungo quattro anni che porterà su Nove “Che tempo che fa” con Luciana Littizzetto la domenica sera da settembre 2023. “È stato cacciato dal governo Meloni”, “No, è andato via lui”: due posizioni che in queste ore tengono banco, complice l’arrivo a Viale Mazzini del vento meloniano-salviniano. Operazione autogol per il servizio pubblico? Nel mirino dei “nemici” di Fazio i costi della trasmissione ma anche, se non soprattutto, il suo cachet.
Le cifre ufficiali sui ricavi non sono note, la Rai non comunica gli introiti pubblicitari dei singoli programmi ma il Corriere della Sera fa sapere “che chi sa di conti assicura che a fronte di una spesa di 450 mila euro gli incassi arrivano al milione”. Non solo, dunque, il programma si ripagherebbe ma garantirebbe al servizio pubblico il doppio delle entrate. “Le regole le fa il mercato, nessuno regala nulla. Il programma costa 450 mila euro, 15 secondi di pubblicità costano 40mila euro. Considerando 16 minuti di pubblicità, si fa presto a comprendere costi e ricavi”, aveva dichiarato qualche tempo fa lo stesso Fazio. La Corte dei Conti era stata interpellata in un’inchiesta contro il conduttore per danno erariale, quando il suo contratto era finito nel mirino, e il tutto era stato archiviato. Il cachet di Fazio nelle ultime stagioni si aggirava intorno ai 2 milioni di euro, sicuramente tra i più elevati di Viale Mazzini, seppur lontano, per ragionare in termini di mercato, dai compensi di Mediaset o di altre tv commerciali.
Alla nuova governance il compito di scegliere il sostituto, un nome capace di assicurare qualità, ascolti e introiti pubblicitari. Nella puntata di “Che tempo che fa” in onda ieri sera, Fazio ha così commentato il suo passaggio a Discovery: “Io sono in Rai da 40 anni però non si può essere adatti a tutte le stagioni. Non ci sono uomini adatti a tutte le stagioni, almeno io non credo di esserlo. E quindi con grande entusiasmo intraprendo un nuovo cammino fatto di novità, e spero di invenzione, di creatività, anzi ne sono sicuro. Però io qui ho trascorso 40 anni e questo lo dico perché con l’occasione voglio davvero ringraziare tutte le persone, migliaia di persone, che ho incontrato in questi 40 anni, con cui ho lavorato e da cui soprattutto ho imparato, avevo 18 anni quando ho cominciato. E questo lo dico perché io non posso che avere gratitudine nei confronti della Rai, anche perché se dicessi mai – e non accadrà – qualcosa di scortese, è come se lo dicessi contro di me. La Rai ha 70 anni e di questi 70 anni, 40 li ha trascorsi con me e io con lei. E quindi siamo in qualche modo la stessa cosa. Per questo ne approfitto e dico un grazie sincero a tutti e grazie al pubblico, e comunque, ci ritroveremo, altrove ma ci ritroveremo”. Al termine del blocco dedicato all’attualità ha aggiunto: “Vorrei che fosse chiarissimo che sia io, ma penso di parlare anche a nome di Luciana e di chiunque, che non abbiamo alcuna intenzione e nessuna vocazione ad essere considerati vittime o martiri, siamo persone fortunatissime che avranno l’occasione di continuare serenamente altrove il proprio lavoro. Grazie infinite”.