Rischio di deflagrazione atomica? Lo hanno paventato il capo della Cia e lo stesso Zelensky. Questa è una eventualità e dobbiamo fare di tutto per scongiurarla, ovviamente nel rispetto dell’aggredito, ma è troppo semplicistico dire: chi se ne frega. Perché non è giusto nei confronti dei cittadini italiani, buona parte dei quali, stando ai sondaggi, non condivide la politica decisa dalla maggioranza dei partiti presenti in Parlamento”. Così a L’aria che tira (La7) Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e di Fq Millennium, commenta le dichiarazioni del leader del M5s, Giuseppe Conte, che in una intervista a La Stampa ha parlato di “una possibile deflagrazione nucleare”.

Gomez aggiunge: “Il capo della Cia primo ci ha spiegato che un Putin alle corde potrebbe utilizzare un’arma atomica non strategica ma tattica, cioè a basso potenziale per dare un segnale, perché quando gli autocrati perdono il potere, cioè se si creano le condizioni che auspica Zelensky, possono rendersi conto di perdere anche la vita. E un autocrate che corre il rischio di perdere la vita – continua – può decidere di usare un’arma tattica per cercare di impaurire gli aggrediti come minaccia, con sviluppi che sono totalmente imprevedibili. E le cose stiano così lo dice anche Zelensky nelle sue interviste di ieri, nelle quali ha dichiarato che non crede che Putin userà armi nucleari, ma non lo esclude perché nessuno sa cosa passa nella sua testa”.

Il direttore del Fatto online evidenzia un’altra questione: “Qui siamo nell’ignoto: cosa cosa accadrebbe se la preannunciata controffensiva ucraina andasse male? E se va male, cosa faranno i governi occidentali che si sono così esposti giustamente nei confronti dell’aggredito? Perdono la faccia o cominceranno a discutere, come già avviene nei paesi baltici, sulla eventualità di mandare i nostri militari in Ucraina?”.

E conclude: “Tutte queste eventualità sono presenti e soprattutto è diventato chiaro che non solo Putin, ma anche Zelensky non vuole la pace. E allora io mi chiedo: ma visto che all’aggredito diamo armi e soldi, è corretto dire che solo l’aggredito possa decidere di cosa fare dal punto di vista militare oppure noi, che diamo un contributo, dobbiamo sederci con Zelensky per riflettere su questo?”.

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