I pm di Milano Stefano Civardi e Silvia Bonardi hanno chiesto la condanna a cinque anni e sei mesi di carcere per l’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi, imputata davanti alla Sesta sezione penale del Tribunale nel processo nato dall’inchiesta “Mensa dei poveri” sulle presunte tangenti in Lombardia. Comi era stata arrestata a novembre del 2019 nell’ambito della seconda tranche di misure cautelari ordinate dal gip (la prima era arrivata a maggio) e le erano stati applicati gli arresti domiciliari, poi revocati il mese successivo. I rinviati a giudizio dal gup nel maggio 2021 sono stati 63. La politica berlusconiana, in particolare, deve rispondere di corruzione, false fatturazioni e truffa aggravata al Parlamento Ue per 525mila euro (è invece caduta l’accusa di finanziamento illecito). “Il 29 maggio la difesa esporrà le ragioni che militano per una assoluzione di Comi”, che “da parte sua si professa innocente in relazione alle contestazioni mosse”, scrive in una nota il suo legale, l’avvocato Gian Piero Biancolella.
Il processo deve accertare l’esistenza di un presunto “sistema” di mazzette, appalti, nomine pilotate e finanziamenti illeciti in Lombardia, che nell’ipotesi dell’accusa aveva come regista l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello (che ha già patteggiato dopo aver collaborato a lungo con la Procura). Nell’udienza di lunedì i pm hanno chiesto inoltre la condanna a sette anni per l’ex vicecoordinatore lombardo azzurro ed ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella e a tre anni e tre mesi, con le attenuanti generiche, per l’ex consigliere regionale lombardo Fabio Altitonante, ora sindaco di Montorio al Vomano (Teramo). A due anni di carcere e trentamila euro di multa ammonta la condanna chiesta per finanziamento illecito per l’ex deputato di Fi Diego Sozzani: per lui è invece stata chiesta l’assoluzione dall’accusa di corruzione. La richiesta più alta è quella a carico dell’imprenditore Daniele D’Alfonso: nove anni e dieci mesi di carcere.