“Il tour europeo di Zelensky? Il leader ucraino porta a casa il risultato che si era proposto, perché ottiene una serie di cose dai paesi della Nato. Non fa mistero di puntare ad armi ulteriori come i cacciabombardieri che sta chiedendo da tempo. Ma in ogni caso Zelensky ha ottenuto passo dopo passo tutto quello che ha richiesto a livello di armamenti. In questo momento l’Ucraina dispone dell’esercito forse più potente d’Europa“. Così a Coffee break (La7) l’ex direttore e ora editorialista di Avvenire, Marco Tarquinio, commenta le recenti visite di Zelensky nelle principali capitali europee.

E aggiunge: “Questo è un dato di fatto che si rispecchia nella situazione sul fronte, una situazione di stallo sostanziale da mesi, con decine di migliaia di morti che continuano ad accumularsi senza che nessuno delle sue parti ottenga un risultato decisivo. Il Papa si è inserito invocando lo stop di questa carneficina, ma la risposta di Zelensky è stata molto dura: il piano di pace è solo quello che detta Kiev. E somiglia – prosegue – a quello che ha detto finora Mosca: il piano di pace è solo quello che detta la Russia. Per questa via si va allo scontro ancora più feroce. L’unica cosa interessante è che da entrambe le parti comunque si tenga annodato il filo del dialogo: è l’unica speranza che c’è dentro questa notte nera che sembra farsi più fonda“.

Il giornalista critica poi la mancata rappresentanza mediatica dei sentimenti di gran parte del paese sulla guerra: “Che la maggioranza degli italiani sia contraria all’escalation bellica e alla guerra per procura è un dato di fatto da mesi, anche se è molto tacitato. Non da La7, ma c’è stata davvero una congiura del silenzio al livello di informazione sui sentimenti degli italiani, che sono sentimenti di solidarietà con gli ucraini. Accanto a quello che l’Italia ha dato all’Ucraina, circa un miliardo e mezzo complessivamente, c’è una solidarietà impressionante degli italiani dal basso, che però è anche una solidarietà contraria alla guerra”.

E conclude: “Questa è una guerra che si inserisce in un quadro più grande, che è la guerra dei due mondi. Si vuole dividere il mondo in blocchi e lo faranno con una Russia e una Europa a pezzi, rispettivamente suddite rispetto alla Cina e agli Usa, che sono una grande potenza democratica, ma molto bravi a esternalizzare le guerre e a portarle altrove, lontano da casa propria e secondo logiche precise. E questa – chiosa – è una logica devastante per il mondo, che non è assolutamente riconducibile a due blocchi. L’iniziativa della Cina sarà ambigua, ma ben venga, così come quella brasiliana o quella di chi non si rassegna alla logica delle armi imposta da pazzi come Putin e da calcolatori come coloro che presiedono alla politica militare e bellica di Washington. Gli europei dovrebbero farsi sentire, sono molto scontento della leadership europea“.

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Gomez a La7: “Rischio nucleare? L’ha paventato pure il capo della Cia. Di sicuro c’è solo che né Zelensky né Putin vogliono la pace”

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