“Quante deviazioni hai” cantava Vasco Rossi. Sarà al cinema dal 25 maggio Sanctuary, dramma a due ambientato in una lussuosa suite. Il rampollo dall’originale vita sessuale di una famiglia milionaria britannica deve comunicare alla sua giovane dominatrice che è giunta al termine dei loro incontri segreti. Peccato che masochismi, rivelazioni e sottomissioni varie mostreranno lei più astuta e interessata del previsto. Decisamente teatrale per impianto scenico e narrativo, il lavoro di Zachary Wigon poggia su un tortuoso gioco tra verità e bugie, tra potere e perversioni passando da un malcelato bisogno d’amore, ma soprattutto punta sui due attori. Christopher Abbott e Margaret Qualley, qui con un suadente caschetto biondo, che ha lavorato anche con Tarantino ed è la protagonista di Maid, tra le migliori serie tv dell’anno.
Tre figli d’arte in un solo film. Sobborghi di Philadelphia, in Signs of love un giovane pusher dall’aria sfaccendata, Hopper Jack Penn, mantiene a stento la sorella alcolista, Dylan Penn, e il figlio adolescente. Le cose inizieranno a smuoversi quando il ragazzo s’innamorerà di una ragazza sorda e di buona famiglia, Zoë Bleu, figlia di Rosanna Arquette, qui invece cameriera saggia. Il primo film di Clarence Fuller, da noi distribuito dalla neonata Nori Film di Claudio Corbucci, ha partecipato ad Alice nella Città durante la Festa del Cinema di Roma lo scorso anno e vincendo il Premio Corbucci. Si tratta di una storia metropolitana, un film indie essenziale ma di tutto punto. Per qualità tecnica ricorda Nowhere Special di Uberto Pasolini, e anche questo è in tour promozionale con Penn e Bleu (figli di Sean Penn e di Arquette). Bleu è una non-attrice dai mille altri talenti, ma qui stringe il cuore il suo gioco di sguardi con un languido Penn. Una piccola rivelazione da scoprire.
Sempre in zone amorose, chiudiamo con la zuccherosità di Love again. Operazione astuta quella di inserire Celine Dion per la sua prima comparizione al cinema nei panni di se stessa. Cameo? Non proprio, perché al posto di farsi intervistare, farà la saggia consigliera amorosa tra un critico musicale che ha perso fiducia nell’amore dopo l’ultima ex e una disegnatrice che piange il suo fidanzato morto da due anni. Commedia che utilizzando gli smartphone cavalca furbescamente certe dinamiche narrative à la Cirano, aggiorna l’immagine della star canadese rivolgendosi al pubblico millennial, che dei classici Dion da rispolverare su Spotify magari è un po’ asciutto. Il film è Sony, guarda caso come Epic e Columbia, sue case discografiche.
Con alcune ingenuità patinate e qualche secchiata di cliché, da questa romanticheria Dion esce tuttavia molto bene grazie a classe e autoironia con le quali si è messa in gioco. Nessuno dei succitati compare nella top ten italiana del box office, ma questo sì: ottavo appena uscito e ora decimo. Potere delle major, restando giusto un film da primo appuntamento… con la musica di Celine Dion.