Nigel Farage, l’ex leader euroscettico britannico e principale promotore dell’uscita della Gran Bretagna dell’Union europea, ha ammesso oggi che la Brexit si è rivelata un fallimento. La colpa, secondo Farage, è però del governo conservatore, sinora incapace di trarre i supposti benefici dall’addio, in particolare dal punto di vista economico. In una intervista alla Bbc, l’ex leader dell’Ukip, che aveva portato avanti una lunga campagna coronata dalla vittoria nel referendum nel 2016, ha puntato il dito contro la classe politica. “Ciò che la Brexit ha dimostrato, temo, è che i nostri politici sono inutili quanto i commissari a Bruxelles. Abbiamo gestito male tutto questo”, ha affermato, commentando una serie di dati sulle conseguenze negative causate dalla separazione.
Per Farage, diventato nel frattempo conduttore televisivo, non c’è alcun rimpianto rispetto all’addio all’Ue bensì l’idea, fra l’altro condivisa da molti brexiter nel Regno Unito, che la Brexit sia stata gestita in modo completamente errato. “Abbiamo gestito male tutto questo, e se si guarda alle cose semplici, come le acquisizioni societarie, o la corporation tax, stiamo allontanando le aziende dal nostro Paese”, ha detto. E ha aggiunto: “Probabilmente, ora che abbiamo ripreso il controllo, stiamo regolamentando le nostre imprese ancor più di quando eravamo membri dell’Ue”.