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“Che cosa accadrà a mio figlio disabile quando io non ci sarò più?”. A Milano una cena stellata per sostenere i disabili gravi e le loro famiglie

La charity dinner per sostenere la Fondazione Mantovani Castorina è stata l’occasione per offrire concretamente vicinanza e aiuto

“Che cosa accadrà a mio figlio disabile quando io, noi, la sua famiglia non ci saremo più?”. Sono arrivati in 120 per uno scopo nobile, nobilissimo. Un’alleanza tra imprenditori, politici, professionisti e giornalisti per sostenere i progetti a favore dei disabili gravi e delle loro famiglie. Sono le storie difficili che solo in qualche occasione emergono di fronte al grande pubblico, rimanendo spesso confinate in un ambito medico e familiare ristretto. La charity dinner per sostenere la Fondazione Mantovani Castorina è stata l’occasione per offrire concretamente vicinanza e aiuto.

Che cosa è la fondazione? Un sodalizio nato nel 2007 tra medici e professionisti del Dama. E’ un reparto d’eccellenza dell’ospedale San Paolo di Milano. Si dedica alla cura e all’accoglienza delle persone che hanno gravi disabilità motorie e intellettive. Accanto a loro ci sono i genitori, i fratelli, i parenti che affrontano le giornate, i mesi, gli anni con un pensiero costante: che cosa succederà dei nostri cari in difficoltà quando non saremo più al loro fianco? Un interrogativo incalzante che rende ancora più difficile il presente quotidiano. Che lo riempie di ombre. Così la raccolta di fondi è tutta dedicata alla possibilità di costruire per queste persone un percorso di vita indipendente. Si chiama “Dopo di noi, durante noi”. E’ la possibilità di progettare e realizzare l’esistenza con i propri cari, prima di doversi separare definitivamente. Questo il senso profondo dell’iniziativa, che si è svolta il 15 maggio alla Fonderia Napoleonica Eugenia di Milano. Chi c’era? Sono arrivati il ministro per le Disabiltà Alessandra Locatelli, il presidente del Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma Alessandro Giuli, il direttore de Ilfattoquotidiano.it Peter Gomez, il direttore de La Verità e Panorama Maurizio Belpietro, il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, i giornalisti Francesco Vecchi e Andrea Indini. Ma anche le esperte del food Eleonora Cozzella e Francesca Romana Barberini, dal cda di Mapei Simona Giorgetti, il co-founder e co-Ceo di Planet Farms Luca Travaglini, il produttore cinematografico Jean Luc Berlot, il direttore del Progetto DAMA Filippo Ghelma, il presidente della Fondazione Mantovani Castorina Stefano Mantovani, la vice presidente della Fondazione Mantovani Castorina Barbara Castorina e il direttore Simone Fanti.

La fondazione è attiva anche con molti altri progetti. ‘Famiglie +’ si occupa dell’ascolto e del supporto psicologico, ed è rivolto ai caregiver. ‘So-Stare’ dà sostegno alle persone con disabilità e ai familiari nella costruzione del “progetto di vita indipendente”. Ma c’è anche spazio per l’inclusione nel mondo della cultura e dell’arte. Non può e non dev’essere precluso a queste persone. Così è nato ‘Art for social inclusion’, un progetto europeo con Grecia, Cipro e Bulgaria. L’obiettivo: formare artisti con una metodologia denominata “Stay Connected”. Porta il teatro, la performance, l’improvvisazione, la musica e la danza vicino alle persone con diverse fragilità. Tutto sfocia poi nel Festival delle Abilità. Ma anche sul piano pratico e concreto la tecnologia aiuta: SeatWay è una carrozzina innovativa. Nuovo design, si guida con un joystick. I prototipi sono in campo. Protagonisti della serata sono stati anche loro: gli chef. Tutti e tre stellati, hanno voluto mettere la loro abilità ai fornelli al servizio di questa causa. Cristina Bowerman, Glass Hostaria, una stella Michelin. Poi Antonio Guida, ristorante Seta, due stelle. Ancora Viviana Varese del Ristorante Viva, una stella. Il pane è stato firmato dal maestro panificatore Matteo Cunsolo de La Panetteria e di Pomona Bakery Ibiza. La condivisione di tante specificità. Tutte insieme per costruire qualcosa che si proietti “dopo di noi, durante noi”.