Scendono le esportazioni italiane che, come comunica l’Istat, sono arretrate in valore lo scorso marzo del 2,3% rispetto a febbraio. L’export cala anche nel confronto con il marzo 2022 (- 3,1%) ma i ricavi salgono del 4,7% per effetto dell’aumento dei prezzi. La flessione di marzo segue due mesi di moderata crescita. Il mese è stato caratterizzato da una diminuzione anche delle importazioni ( – 6,5%) il che fa si che il saldo (differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni) raggiunga i 7,5 miliardi di euro, il più elevato dal luglio del 2021. Contribuisce soprattutto il forte calo dei prezzi dei beni energetici che sono costati all’Italia quasi 3 miliardi di euro in meno dell’anno prima.
A scendere sono soprattutto le vendite di made in Italy nei paesi fuori dall’Unione europei (- 4,5%) mentre quelle verso i membri Ue sono calate di un soffio (- 0,1%). Tra i singoli paesi salgono su base annua le esportazioni verso gli Stati Uniti (+ 9,6%) e si conferma il piccolo boom delle vendite verso la Cina (+ 26%) dovuto soprattutto a prodotti farmaceutici. In calo le esportazioni verso i paesi Opec (- 3,7%), Gran Bretagna (- 6,6%) e Giappone (- 9,8%). Tra le nazioni Ue sale l’export in direzione Francia (+ 6%), Spagna (+ 6,5%) e Germania (+ 1%). Segno meno per le esportazioni verso Belgio (- 1,7%) e Polonia (- 1, 1%). Da segnalare il crollo delle importazioni dalla Russia che registrano un – 91,7% sul marzo 2022 mentre volano le esportazioni (+ 64%). A livello sottoriale sono andati bene soprattutto la meccanica (+ 20%), gli autoveicoli (+27%) e l’alimentare (+ 10,8%). Flessioni decise per i prodotti petroliferi raffinati (- 19%), i metalli (- 6,5%) e mezzi di trasporto escluse le auto (- 7,1%).