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Al Policlinico di Bari stop ad esami essenziali per malattie fetali e trapianti: “Finiti i soldi”. La responsabile del laboratorio: “Vergogna”

“Si comunica, causa esaurimento budget, l’interruzione della diagnostica molecolare e delle indagini virologiche”. La decisione “sofferta e inevitabile” arriva dall’unità operativa complessa di Microbiologia e Virologia del Policlinico di Bari. Un centro di riferimento non solo per tutta la Puglia ma anche per il resto d’Italia. Sono finiti i soldi. Stop. E questo significa interrompere esami essenziali come quelli per le immunodeficienze, per le malattie fetali, per patologie neurologiche, per i trapianti. Solo per citarne alcuni. Una decisione che sta causando proteste, ansia e caos all’interno del più grande ospedale della Puglia e in tutte le strutture che da questi laboratori dipendono.

Reazioni di “sconcerto e vergogna” nei clinici della regione intera, come le definisce la responsabile della Virologia dell’Istituto, Agata Calvario, che in quel laboratorio lavora ogni giorno. “Una portata disastrosa di una scelta presa dagli uffici dell’economato”, dice a Ilfattoquotidiano.it. La rabbia degli specialisti che ora sono a braccia conserte sta anche nella difficoltà di dire a una donna in gravidanza o ad uno specialista che cerca di individuare la causa di una malattia, “ci spiace, torni più avanti”. Quando il “più avanti” è già troppo tardi.

“Cosa mai potrebbe importare e a chi se una futura madre non porta a termine la gravidanza per il timore, privato del conforto diagnostico, di aver trasmesso un’infezione virale al feto? Se un paziente con encefalite non viene curato con tempestiva terapia mirata poiché gli è negata una diagnosi appropriata, se un trapiantato non viene monitorato a scadenze regolari come previsto dai protocolli ufficiali, che se non rispettati portano all’esclusione dei reparti dal novero di quelli accreditati?”, è l’amara constatazione di Calvario. “Si parla di “inverno demografico”, di favolosi progressi nel campo neurologico, come l’Alzheimer, di cultura della donazione e poi si cade nello squallore miserabile di negare la diagnostica infettivologica che rappresenta la premessa per il successo di tali progressi. Perché?”.

Il perché è tanto più inspiegabile se si considera la delibera n.44 del 2012 che attribuisce all’Istituto di Microbiologia e Virologia in questione il compito di svolgere – in regime ordinario e di urgenza – tutta l’attività di batteriologia, virologia, sierologia e biologia molecolare. Attività ribadita in una successiva delibera datata 2017 con la quale arriva il riconoscimento di laboratorio hub di riferimento regionale per “esami di I e II livello di complessità diagnostica”. E che l’attività sia intensa lo dicono i numeri che Calvario – che è anche vicesegretario aziendale Anaao Assomed del Policlinico di Bari – riporta in una lettera pronta a partire verso la direzione generale: 2.654 pazienti trattati nel 2022, 4.419 al 15 maggio 2023. Il doppio dell’anno precedente. Sino, almeno, al giorno dello stop delle macchine.

Da gennaio ad oggi, nello specifico, sono stati assistiti 300 pazienti trapiantati di organo solido e cellule staminali sottoposti a monitoraggio settimanale, 300 pazienti in gravidanza ricoverati al Policlinico e in altri ospedali, 250 pazienti neurologici provenienti da tutta la Puglia, 200 pazienti con sospetta infezione in gravidanza. “Ancora una volta le istituzioni o gli uffici preposti sono estremamente lontani dalla realtà sanitaria. Non si può più fare la sanità con i conti alla mano. Non è questo il modo di razionalizzare la spesa, ricordandosi solo in casi come questi che si sperpera denaro in maniera illogica e sfrenata, come stravaganti e velleitari progetti con risultati fallimentari”.

Il riferimento, affatto velato, è all’ospedale delle maxi emergenze costruito in tutta fretta in pandemia ma finito con l’essere smantellato a emergenza conclusa. Ma anche alla situazione in cui versano i conti della sanità pugliese, sottoposti a controlli da parte dei ministeri competenti a causa di un debito che solo nel 2022 oscilla intorno ai 150milioni di euro e, per il 2023, senza rimborso Covid da parte del Governo, sfiorerà i 400 milioni. Ma per l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese, non è questo il modo di risparmiare e non è questo il senso delle delibere approvate per razionalizzare i costi.

“Assumerò qualsiasi iniziativa – riferisce a Ilfattoquotidiano.it – perché se così fosse, se davvero hanno fermato l’attività, bisogna ripristinare tutto nel più breve tempo possibile. Non è questo il contenimento dei costi che bisogna fare. È esattamente l’opposto”. Il punto, però, è che in un campo così delicato, pur ripristinando le macchine oggi stesso, tra l’ordine dei reagenti e delle attrezzature necessari, l’arrivo dei prodotti, i prelievi e gli esami, saranno necessari dieci giorni almeno per tornare a regime. Dieci giorni che, per alcune patologie, rischiano di essere già troppi.

Aggiornamento: in serata il Policlinico ha approvato lo stanziamento di una piccola somma di budget extra. Il necessario per temporeggiare qualche giorno in attesa di completare le verifiche sullo sforamento del tetto da parte dell’Istituto. “Non ci sarà interruzione delle prestazioni – assicurano dalla direzione generale del Policlinico – la direzione strategica è intervenuta per assicurare la continuità di servizio incrementando il budget a disposizione per l’acquisto dei reagenti esaurito anzitempo per il notevole incremento del numero degli esami effettuati. Per le forniture necessarie ai test l’area gestione patrimonio dell’azienda ospedaliera già alcuni mesi addietro ha effettuato una manifestazione di interesse per una gara, prevedendo comunque la proroga delle forniture in essere sino alla nuova aggiudicazione”.