Via libera all’estradizione in Belgio di Andrea Cozzolino, ma la consegna dell’europarlamentare alle autorità di Bruxelles è al momento congelata. Almeno fino al pronunciamento della Cassazione: i legali di Cozzolino, infatti, hanno annunciato ricorso dopo che i giudici della corte d’Appello di Napoli avevano accolto l’istanza di estradizione. Gli avvocati hanno cinque giorni di tempo per presentare l’istanza e a quel punto la Suprema corte dovrebbe convocare l’udienza entro 30 giorni..
Cozzolino è indagato dalla procura federale belga nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate. Gli inquirenti belgi, che ipotizzano il reato di corruzione internazionale, lo scorso 10 febbraio hanno emesso un mandato di arresto europeo per l’europarlamentare italiano. La sentenza della corte d’Appello è giunta dopo oltre quattro ore di camera di consiglio. La Corte ha posto come condizione per la consegna che in caso di condanna Cozzolino sconti la pena in Italia.
“La vicenda è complessa: ci sono quattro punti, che abbiamo sviluppato sotto il profilo tecnico, che devono essere rivisti alla luce delle motivazioni, sui quali impianteremo il ricorso per Cassazione”, spiegano gli avvocati Dezio Ferraro e Federico Conte, legali dell’europarlamentare. “Quattro ore di camera di consiglio – hanno aggiunto i due avvocati – significa che le questioni hanno una loro profondità. Di certo non si tratta di una questione ordinaria”.
Cozzolino, che oggi per la prima volta ha reso dichiarazioni spontanee per sottolineare che nei suoi confronti sono state sollevate “contestazioni fumose, poco dettagliate”, ha pure sottolineato di aver sempre chiesto, inutilmente, di essere ascoltato dalla procura federale belga. Secondo le accuse dell’autorità giudiziaria di Buxelles, l’europarlamentare del Pd ha “indebitamente ricevuto, per conto del governo del Marocco, verosimilmente da tale Atomun, danaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo da favorire gli interessi del Marocco all’interno del Parlamento Europeo”.
Le contestazioni che si riferiscono al periodo compreso tra il primo gennaio 2018 e il 15 luglio 2022, quando Cozzolino era componente del Parlamento Europeo, presidente dal 2019 della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e co-presidente della Commissione Parlamentare Congiunta Euro-Marocchina, nonché nella veste di componente della commissione speciale Pegasus. Le accuse all’europarlamentare italiano sono in concorso e in associazione con Antonio Panzeri, il suo ex assistente Francesco Giorgi e gli europarlamentari Eva Kaili, Marc Tarabella e Maria Arena.