Da tredici giorni i lavoratori della cooperativa Clo sono in sciopero di fronte al magazzino Coop di Pieve Emanuele, in provincia di Milano. Chiedono migliori condizioni di lavoro e l’adeguamento dei livelli dei carrellisti e dei pickeristi. Per questo questo hanno bloccato i camion in entrata e in uscita. E per sgomberare il picchetto sono dovute intervenire a più riprese le forze dell’ordine. Ma lo sciopero non si è fermato. I lavoratori presidiano i cancelli 24 ore su 24. Giorno e notte. A guidare la protesta è il sindacato Si Cobas che ha proclamato lo stato di agitazione due settimane fa per chiedere “l’adeguamento dei livelli secondo le declaratorie del contratto nazionale, il pagamento della malattia al 100% e l’introduzione di buoni pasto da 5 euro e 29 centesimi”. Per giorni i cancelli sono rimasti bloccati. “La merce ha fatto fatica ad arrivare sugli scaffali” raccontano i lavoratori mostrando le foto di alcuni scaffali vuoti dei supermercati Coop. “Noi come Si Cobas dal 2010 abbiamo lottato contro questi fenomeni – spiega il coordinatore di Pavia del sindacato autonomo – queste cooperative si aggiudicano le gare perché possono offrire tariffe più basse”. Ma la protesta dei lavoratori non è rivolta soltanto nei confronti della Clo: “Chiediamo alla Coop di mettere una mano sul cuore e di controllare le organizzazioni che lavorano in questo magazzino. Questa è casa sua: e se questo accade è perché loro lo permettono”.
La Legacoop, tramite il direttore del reparto Produzione e Servizi, Andrea Laguardia, risponde con una nota specificando che “la cooperativa Clo applica il Contratto nazionale Trasporto Merci e Logistica, siglato da Legacoop con i tre sindacati confederali e con le altre principali sigle datoriali di settore” e quindi “non si manifesta nessuna incompatibilità con il codice etico di Legacoop in merito all’applicazione dei contratti collettivi nazionali siglati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative”.
Contratto che però, secondo il coordinatore provinciale dei Si Cobas di Milano Alessandro Zadra, “non viene rispettato”. Legacoop fa anche sapere che “le rivendicazioni avanzate da alcuni lavoratori sono state prese in considerazione da Clo, che ha portato avanti un costruttivo confronto con Filt Cgil e Fit Cisl addivenendo, nei giorni scorsi, ad un accordo con il supporto della nostra associazione territoriale. Tale accordo, al momento, non trova condivisione da parte di quei lavoratori di Clo sostenuti da Si Cobas con cui, non firmando il contratto, non abbiamo relazioni sindacali”. Intanto, a due settimane dall’inizio dello sciopero, sembrano esserci dei segnali di apertura. Mercoledì mattina è stato convocato un tavolo in Prefettura. “Se l’obiettivo è quello di trovare un accordo – conclude Laguardia – questo non può prescindere dal dialogo e dalla rinuncia ad adottare comportamenti che mettono a rischio l’ordine pubblico e la continuità aziendale”. Ma i lavoratori avvertono. “Non ci fermeremo fino a quando non otterremo le nostre rivendicazioni”.