Archiviato il periodo comunista, la nazione ha sentito il bisogno di rinascere, di ripensarsi, di riscoprirsi rilanciando i suoi punti di forza, culturali e paesaggistici
Tirana si rifà il look, e le altre città albanesi non stanno a guardare. A dirigere l’orchestra è proprio la capitale, “trendy e cool, che accoglie il più grande e interessante cantiere d’Europa, dove lavorano i principali architetti del mondo”, esordisce il prof. Marco Casamonti di Archea Associati. L’architetto è tra i progettisti dell’avveniristica Alban Tower, l’imponente e colorato edificio inaugurato lo scorso 13 maggio a Tirana. “Ispirata alla torre di Arnolfo di Cambio del Palazzo della Signoria a Firenze, ma anche alla Torre Velasca di Milano, l’Alban Tower incarna la concezione italiana di grattacielo, più simile appunto a una torre”, spiega l’architetto. Perché agli italiani le torri piacciono di più, e sono anche più bravi a farle… Così nel 2003 Archea Associati ha vinto il grande concorso internazionale inteso a rinnovare Tirana, indetto dall’allora sindaco e ora primo ministro, Edi Rama, che è pure pittore e ceramista.
Pannello dopo pannello, negli anni è dunque cresciuto l’edificio polifunzionale che vanta numeri da capogiro: le 4 torri, di altezza digradante, raggiungono 105 m. Hanno richiesto 19.000 mc di calcestruzzo e uno scavo di 27 m di profondità. Sono composte da 2 fondazioni (una nel sottosuolo, a livello -6, a sostegno dei parcheggi, l’altra al primo piano interrato, che supporta tutta la torre), e quindi sostanzialmente da due edifici uno sopra l’altro; hanno oltre 450 finestre e – stupite – 0 pilastri. A sorreggere il tutto è infatti una grande anima tubolare di calcestruzzo.
Un “albero” di 25 piani – Allo skyline tiranese si è così aggiunta un’altra delle dieci torri previste nel 2003: per la precisione un albero, con tanto di tronco e rami – metaforici, va da sé, e preziosi. “La parte basamentale, il tronco, è realizzata in pannelli di calcestruzzo verdi, con incastonate gemme di vetro di Murano. Dal 5° piano partono ‘rami e foglie’, realizzati con pannelli di alluminio levigati, di colori diversi”. Un effetto complessivo di grande impatto, modernissimo ma comunque ben inserito nel tessuto urbano. “Il rapporto tra antico e nuovo è di grande interesse” sottolinea l’architetto, ricordando poi che il centro cittadino, progettato negli anni ‘20-’30 da architetti italiani (in particolare Armando Brasini e Gherardo Bosio), è incentrato sui due assi cardo-decumano ed è quindi diviso in 4 parti, proprio come la torre, che accoglie uffici e l’ambasciata di Israele. Destinazione ludica invece per il tetto, dove sono distribuiti un ristorante panoramico, una palestra, una spa, una piscina dove nuotare ammirando la città che si stende sotto, giù a capofitto… E le novità non finiscono qui. “A Tirana stiamo lavorando anche alla costruzione di un intero quartiere dietro lo Stadio nazionale albanese, che abbiamo terminato nel 2019. Ma anche le altre grandi città albanesi, Valona e Durazzo, conoscono un’importante trasformazione. A Durazzo, in particolare, siamo impegnati in un progetto di rinnovamento dell’area portuale, La porta del porto” aggiunge Casamonti. Tutti segni che, dopo aver archiviato il periodo comunista nel 1991, la nazione ha sentito il bisogno di rinascere, di ripensarsi, di riscoprirsi rilanciando i suoi punti di forza, culturali e paesaggistici, che negli ultimi anni ne hanno fatto una meta sempre più trendy.
La natura selvaggia del Paese delle aquile – Spiagge sabbiose, pinete, macchia mediterranea, capi rocciosi, acque cristalline: come dire frotte di turisti nei mesi luglio-agosto e tanta movida sulla costa, che si snoda tra Adriatico e Ionio. Gjipe, Ksamil, Dhërmi, Livadh, sono solo alcune gettonate località – nomi ostici, ma spiagge da sogno! L’Albania non si esaurisce comunque nei bei lidi. Ci sono le alte Alpi albanesi, avvincente alternanza di picchi aguzzi, laghetti, gole selvagge, valli verdi, faggete e pinete. Proprio le loro cime si riflettono nelle acque limpide del lago di Scutari, il più grande dei Balcani, meta di bagnanti e di appassionati di birdwatching che in Albania, tra questo lago e le lagune costiere, possono fare il pieno di uccelli palustri. A proposito, sapevate che nel Parco Nazionale Divjakë-Karavasta si trova la più grande laguna del Mediterraneo? E quanto a parchi naturali, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Il più famoso è forse quello di Syri i Kaltër, o Blue Eye, una sorgente carsica che sgorga dal suolo e, come suggerisce il nome, sembra un grande occhio dal blu intenso, quasi ipnotico. Parco naturale anche per il fiume Vjosa, che si snoda per 270 km dalle Montagne del Pindo al mar Adriatico, superando suggestive gole, ed è famoso per essere l’ultimo corso d’acqua selvaggio d’Europa. Tra i tanti parchi ce n’è pure uno marino, quello di Karaburun-Sazan, sotto Valona.
La storia che non annoia – Se la voglia di Oriente si consuma tra i variopinti bazar, quella del passato si sazia in città e paesi che raccontano antiche storie di dominazioni greche, romane, ottomane. Per esempio a Durazzo, la vecchia capitale, si possono ammirare vestigia romane, anfiteatri greci, terme bizantine. A Scutari, la città al confine settentrionale, l’eredità ottomana si manifesta nella Moschea di Piombo e nel Ponte di mezzo, con le sue 13 arcate. Di nuovo moschee a Valona, la città affacciata sul canale di Otranto e sulla baia più bella e profonda del paese. Ma qui, nei dintorni, anche chiesette (sì, proprio quelle bianche con la cupola azzurra) aggrappate su promontori a picco sul mare) e monasteri ortodossi, come quello di Zvërnec, nascosto in una piccola laguna. E in breve eccoci infine ad Argirocastro, tra le più antiche città albanesi, con le sue case di pietra del colore dell’argento. Siamo ormai alle porte della Grecia, ma il Paese delle aquile ha ancora molte bellezze da offrire: per esempio Kruje, la prima capitale, nascosta tra le montagne con vista sul mare e dominata da un castello del IV secolo. L’avventura prosegue…