Repubblica parla di "grande agitazione" al Biscione ma le cose non stanno proprio così: "Se Mediaset non ha intenzione di rinunciare a quello che funziona, è chiaro a tutti che non ci sono drammi in corso. E dovessero andare via si cercherebbero nuovi volti, da 5-6% e dal 3%. Non si tratta, per intenderci, di trovare un sostituto a Maria De Filippi"
“Le mani sovraniste su Viale Mazzini hanno messo in grande agitazione il rivale più diretto. Al punto da costringere Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri a riunire in tutta fretta il gotha delle testate berlusconiane — dal dg dell’informazione e Videonews, Mauro Crippa, a Clemente Mimun che guida il Tg5 da una vita — per studiare ogni contromisura utile ad evitare lo scippo di volti e format targati Biscione”, ha scritto il quotidiano Repubblica lanciando l’allarme.
Ma è davvero così? In realtà a Cologno Monzese si registra calma piatta. Spettatori di una partita che non giocano, dirigenti di una squadra solida che non teme scossoni. Per dirla in maniera chiara: nessun dramma. E chi conosce gli uomini e le dinamiche del Biscione sa bene che se vogliono qualcosa sanno come ottenerlo, se qualcosa non lo vogliono più sanno come perderlo. Con i loro tempi, sia chiaro, anche con quel pizzico di buonismo: “Noi non abbiamo mai licenziato nessuno”, slogan che ripetono da sempre. Il panico, secondo Repubblica, sarebbe esploso per il possibile trasloco di Nicola Porro, a Viale Mazzini sono stati accostati Veronica Genitili e Paolo Del Debbio, addirittura Paolo Bonolis. Chi per il talk del giovedì sera di Rai2, chi per lo spazio domenicale lasciato in eredità da Fabio Fazio.
Per capire i tanti sfondoni in tema di telemercato bisogna spiegare una differenza rispetto al passato. Prima gli artisti si legavano alle reti con contratti lunghi, tre o quattro anni. Oggi non è più così: c’è chi ottiene solo un anno, chi un anno con opzione per il secondo, chi un biennale diretto, chi lavora a progetto. Quindi l’artista va in scadenza gioca a rialzo inventando “di aver mercato” che spesso non ha. Con la complicità di manager, uffici stampa e giornalisti amici. Il contratto di Nicola Porro, che piace davvero alla nuova Rai, con Mediaset scadrà a fine giugno, a Cologno hanno intenzione di rinnovarlo sia perché “Quarta Repubblica” ottiene buoni ascolti sia perché il giornalista gode della stima dei vertici dell’azienda e della famiglia Berlusconi. Anche dopo le ultime uscite (o scivoloni?) sulla salute di Cavaliere e la diffusione del video canterino di Meloni-Salvini. Sul tavolo mettete il discorso cachet, a Mediaset guadagna cifre che in Rai potrebbe vedere solo se contrattualizzato come artista, con tutte le polemiche del caso.
L’ipotesi Del Debbio è apparsa fin da subito più debole, così come la suggestione Bonolis al posto di Fabio Fazio accennata dal Corriere della Sera, almeno per quest’anno non praticabile. Bonolis proprio in queste settimane sta registrando le nuove puntate di “Ciao Darwin” in onda in autunno su Canale 5, oltre ad avere nel cassetto puntate inedite di “Avanti un altro”. Alla lista si è aggiunta Veronica Gentili che sognerebbe un talk in prime time su Rai2 con Salvatore Merlo ma anche il posto di Barbara Palombelli nell’access di Rete 4, qualora la giornalista, con storia e percorso decisamente differente, dovesse scegliere di dire addio a quella fascia. Porro si aggira intorno al 5-6% di share, Veronica Gentili con “Controcorrente” ha dovuto salutare in anticipo la prima serata di Rete 4 per bassi ascolti, intorno al 3%. Se Mediaset non ha intenzione di rinunciare a quello che funziona, è chiaro a tutti che non ci sono drammi in corso. E dovessero andare via si cercherebbero nuovi volti, da 5-6% e dal 3%. Non si tratta, per intenderci, di trovare un sostituto a Maria De Filippi. Il monocolore sovranista rischia di danneggiare tutti? L’assenza di un nemico al governo sta creando qualche problema a Rete 4 ma in realtà le mosse della Rai meloniana possono rivelarsi un grande assist indiretto a Mediaset. Per drammi e bilanci ci sarà tempo. A Cologno sorridono: “Siamo sereni”. In Rai invece?