Televisione

Bruno Barbieri: “Quest’anno la mia sfida agli hotel sarà spingere sui frigo bar farciti. In una struttura pet friendly ho trovato anche il topper nelle cucce!”

Agli albergatori italiani che sono andati a lavorare per il mondo, Bruno Barbieri dedica due tappe speciali del suo viaggio di quest’anno di “4 Hotel”, che per la prima volta oltrepassa i confini italiani, arrivando a Marrakech e a Malta

di Andrea Conti

Bruno Barbieri torna alla guida di “4 Hotel”, che riparte con otto episodi inediti ogni giovedì su Sky e in streaming su Now. Lo Chef stellato torna protagonista della gara – produzione Sky Original realizzata da Banijay Italia – che mette in competizione gli hotel. Agli albergatori italiani che sono andati a lavorare per il mondo, Bruno Barbieri dedica due tappe speciali del suo viaggio di quest’anno, che per la prima volta oltrepassa i confini italiani arrivando a Marrakech e a Malta. In Italia ci si sposterà tra da Firenze fino alle strutture pet-friendly dell’Emilia-Romagna, da Trieste all’Umbria, da Milano alla Carnia, alla ricerca delle nuove idee del settore e di nuove forme di ospitalità. A dicembre arriverà il nuovo libro di Bruno Barbieri che si intitolerà “Si fa così”.

Qual è la novità di questa edizione?
Siamo andati all’estero a cercare albergatori italiani che si sono messi in discussione, andando a lavorare in posti anche psicologicamente estremi, come il Marocco. Quello che dico sempre è che solo andando fuori dall’Italia capisci quanto siamo capaci di fare grande ospitalità. Parliamo del nostro Dna che andrebbe valorizzato ancora di più in Italia.

Cosa ti ha colpito?
Sebbene stiamo parlando di un Paese, dove non è facile fare investimenti economici, lo stile italiano viene sempre fuori, integrandosi con quello locale. Siamo andati alla scoperta dei quartieri, dei riad. Mi ha colpito che ce ne sono 2.400 solo nella Medina. A Malta, invece, siamo andati a caccia di strutture di lusso.

L’esperienza che ti ha emozionato a Malta?
Uno di questi hotel aveva, tra le attività collaterali, una visita ad un monastero di clausura ed entrarci è stata un’emozione molto forte perché erano anni che queste monache non entravano in contatto con persone esterne. Le loro celle sono bellissime, quasi da hotel di lusso.

Quali hotel vedremo in queste puntate?
Sono andato nelle strutture pet friendly, quelle specializzate nell’accoglienza dei cani. Erano pulitissime, non c’erano cattivi odori e ho trovato addirittura il topper nelle cucce! (ride, ndr).

Qual è la sfida di quest’anno?
Spingere sui frigo bar farciti perché non si può pensare che siano riempiti con cose a caso. Sono un biglietto da visita importante e devono contenere le eccellenze del territorio. I clienti devono avere sempre chiaro il luogo in cui si trovano. Quindi non si devono trovare le solite patatine o noccioline, ma una ricerca per, trovare i pistacchi di Bronte, le mandorle di Noto, per esempio, o anche le patatine inglesi. Il mini frigorifero va curato in un certo modo, tenuto attivo, può fare davvero la differenza per il cliente.

Dopo tanti anni cosa hai imparato da “4 Hotel”?
Credo che abbiamo fatto davvero una grande rivoluzione con programmi come questo o ‘Masterchef Italia’ perché sono serviti a far capire alla gente cosa c’è dietro un ristorante, un hotel. Devo dire che, andando in giro, quel che più mi ha colpito è come le nuove generazioni, i figli degli albergatori storici, abbiano preso in mano la situazione e stiano portando avanti un ottimo lavoro per crescere.

Che difficoltà hanno oggi gli albergatori?
Reperire personale. Intendiamoci, non è che manchi la voglia di lavorare, anzi, ma questo è un lavoro che ha orari e turni particolari. Quindi il discorso è organizzativo. Poi il livello del personale si è alzato molto, serve gente specializzata, che abbia studiato, sappia le lingue.

State già pensando alla prossima stagione?
Sì. Mi piacerebbe fare delle incursioni negli hotel verso luglio-agosto, ossia nei periodi di maggiore affluenza turistica per capire come lavorino sotto pressione.

Qual è il tuo bilancio televisivo, ad oggi?
La televisione mi piace, è stata un po’ come il premio della vita, ma per arrivare a fare quello che faccio io dietro deve esserci una storia, anni di sacrifici. Non è che mi hanno chiamato così perché sono bello. Credo che la tv sia stata quel passaggio importante per poter raccontare quello che stiamo facendo e che abbia un ruolo fondamentale nel far crescere il Paese.

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