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Daniele Bossari e la diagnosi di carcinoma alla lingua: “Mi tremavano le gambe. Dopo le cure che sono state belle invasive ho sperimentato una interconnessione profonda con l’universo”

Il conduttore si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera: "Io mi sono affidato completamente alla scienza per il corpo ma non ho chiuso la speranza metafisica. Ho pregato anche io, come mia mamma, e mi sono rifugiato nell’amore"

di F. Q.

La diagnosi di carcinoma alla base della lingua gli ha fatto “tremare le gambe”. Così Daniele Bossari racconta al Corriere della Sera il cancro affrontato: “Oggi sai che la scienza ti dà più possibilità di guarigione, ma all’inizio mi sembrava di vivere in un incubo, si disintegrano tutte le certezze. Il primo risultato è la distruzione dell’ego: di colpo non puoi fare niente se non affidarti agli altri”. Il conduttore spiega: “Io mi sono affidato completamente alla scienza per il corpo ma non ho chiuso la speranza metafisica. Ho pregato anche io, come mia mamma, e mi sono rifugiato nell’amore. Dopo le cure, che sono state belle invasive, ho deciso di raccontare questa esperienza che avevo tenuto riservata con il pensiero che potesse fare bene ad altri, visto che anche io ero alla costante ricerca di altre esperienze simili da leggere”. Ora Daniele sta bene: “Sono in una fase molto bella, produttiva. Ho voglia di solarità, di vita e amore: sto esplorando la sua potenza a livello universale. E ho sperimentato una interconnessione profonda con l’universo; mi fa ridimensionare i problemi e le arrabbiature: scivola tutto più velocemente. Intervisto ricercatori, scienziati ma con consapevolezza diversa rispetto al passato”. L’amore con Filippa Lagerback, punto fondamentale anche nel suo percorso di guarigione: “L’avevo vista la prima volta in un poster pubblicitario e forse anche lì ho visualizzato, visto che ho pensato subito: ok, sarà la donna della mia vita. Ho avuto modo di incontrarla proprio a Fuego (programma che ha condotto dal 1997 al 2000, ndr) e ho cominciato a chiedere agli autori di invitarla il più spesso possibile. Era il mio corteggiamento. Lei ci ha messo un po’ più di tempo a decidersi”. Cosa ha amato da subito di Filippa? “La sua ironia. La capacità che ha di farmi ridere fino alle lacrime con sagacia e acume: è velocissima nel fare battute su tutto e questa cosa non l’avevo trovata in nessuna. Penso che lei, in generale, sia molto più evoluta di me come essere umano e lo è naturalmente, senza leggere tutti i libri che leggo io: lei ha innato il rispetto per gli altri, l’amore, la dolcezza, la responsabilità, il senso civico, il legame con la natura. In tutti questi anni mi è sempre stata vicina e per sempre intendo dire sempre, anche nei miei momenti di depressione e dolore: lei c’era”. C’è spazio anche per parlare di salute mentale, e della depressione che Bossari ha affrontato: “Secondo me rimane sempre, anche se l’ho curata. Adesso ne riconosco i segni: è come se fosse un ciclo, un respiro. Quando capisco che ricominciano ad affacciarsi gli spettri, so però come affrontarli: ci sono arrivato dopo anni di terapia e ricerca introspettiva. Ma la depressione è come una fiammellina: resta sempre lì”.

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