Per Mahi, 19enne originario del Bangladesh affetto da sordità, in Italia dal 2019, professori e compagni di classe hanno imparato la lingua dei segni. Protagonista di questa storia di inclusione è il Cpia, centro provinciale istruzione per gli adulti di Cagliari. E’ lì che il padre di Mahi si è rivolto dopo che il ragazzo ha frequentato per due anni le superiori. Al Cpia ha trovato ad accoglierlo il dirigente Giuseppe Ennas, tutti gli insegnanti e una classe di compagni dai sedici ai cinquant’anni, provenienti da diverse parti del mondo, tutti pronti ad imparare la Lis per parlare con lui.

La scuola ha cambiato la vita di Mahi ma anche lui ha rivoluzionato l’esistenza dei compagni e dei docenti che ora sanno qualcosa in più. A mettersi in gioco per primi sono stati proprio i professori. Lo racconta a ilFattoQuotidiano.it Lucia Vacca, insegnante di matematica: “Con la pandemia ci siamo posti il problema di come comunicare con lui. Quel momento di difficoltà si è trasformato in un’opportunità. Tutti noi docenti abbiamo frequentato un corso online organizzato dall’Istituto per i sordi di Torino. Oggi non solo possiamo integrare meglio Mahi ma siamo preparati per altri casi”.

Settantacinque ore di lezioni per apprendere la lingua dei segni. Nessuno si è tirato indietro. “Persino i compagni – spiega Lucia Vacca – hanno capito che conoscendo la Lis avrebbero permesso a Mahi di uscire dall’isolamento così si sono dati da fare”. Donne cinquantenni, giovani coetanei dal Centro America, dall’Africa, dallo stesso Paese di Mahi, si sono messi a studiare la Lis per aiutare il compagno: “E’ stato – sottolinea Maddalena Brunetti, docente d’italiano della scuola – un investimento per i docenti che oggi sono in grado di comunicare con un sordo. Molti di loro hanno pagato di tasca propria il corso ma non hanno rinunciato”. Non è finita: con il nuovo anno Mahi si trasferirà a studiare a Torino e “di fronte alle sue preoccupazioni e ai suoi timori abbiamo scelto in tre di noi – continua Brunetti – di andare con lui una volta nel capoluogo piemontese per verificare la sua nuova sistemazione”. Mahi ora è seguito anche da una logopedista messa a disposizione dalla scuola. “La Lis – racconta Vacca – è diventata una sorta di lingua comune visto che molti dei compagni di Mahi parlano con difficoltà l’italiano”.

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