Economia

Arriva (in ritardo) la Carta risparmio spesa. Ma esclude tutti i percettori di misure anti povertà e sussidi di disoccupazione

Trecentottanta euro a famiglia a partire da luglio: con oltre due mesi di ritardo, la Carta risparmio spesa è finalmente in vigore. Il Ministero dell’Agricoltura, di concerto con quello dell’Economia, ha emanato l’atteso decreto per lo sblocco dei 500 milioni di euro destinati all’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Il maggior numero di carte finirà a Roma (30.271), seguita da Napoli (31.307), Palermo (20.309), Milano (14.866) e Catania (11.746). Nel provvedimento sono delineate le modalità operative con cui il sussidio sarà erogato alle famiglie che, alla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (12 maggio scorso), abbiano un Isee inferiore ai 15mila euro. Oltre a questo requisito, occorre che tutti i componenti siano iscritti all’Anagrafe della Popolazione Residente.

Ma non basta. Ci sono infatti una serie di paletti che di fatto lasceranno fuori nuclei in grave difficoltà. Saranno esclusi per esempio dal beneficio quei nuclei che percepiscono il reddito di cittadinanza, il reddito di Inclusione e “qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà”, come si legge nel decreto. Inoltre, non potranno ottenere la Carta le famiglie nelle quali anche un solo componente riceve uno dei tanti sussidi di disoccupazione (tra cui la cassa integrazione e la Naspi) e “qualsivoglia differente forma di integrazione salariale, o di sostegno nel caso di disoccupazione involontaria, erogata dallo Stato”.

A ogni nucleo spetterà massimo un solo buono con una somma di 382,5 euro. Denaro che potrà essere utilizzato soltanto per acquistare beni alimentari di prima necessità (quindi non gli alcolici), elencati in un allegato, al cui interno figurano carne, pesce, latte, pane, frutta, verdura e caffè. Spetterà all’Inps stilare l’elenco dei beneficiari e trasmetterlo, entro il 12 giugno, ai comuni. Questi, dopo averli selezionati, dovranno comunicare agli interessati le modalità di ritiro delle carte. I buoni saranno quindi assegnati automaticamente, senza presentazione di una domanda, con priorità alle famiglie più numerose.

I criteri di preferenza indicati dal decreto sono i seguenti: nuclei con tre componenti di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2009, famiglie sempre con tre componenti con uno nato entro il 31 dicembre 2005 e infine nuclei con almeno tre componenti. In ogni caso, farà premio l’Isee (più basso). Nel caso in cui dovessero avanzare delle carte, i Comuni le assegneranno ai nuclei, contenuti nell’elenco redatto dall’Inps, “anche unipersonali, in effettivo stato di bisogno, sulla base di informazioni rinvenienti dai locali servizi sociali”.

A emettere gli 1,3 milioni di carte prepagate e ricaricabili sarà Postepay, la società di Poste Italiane, che le consegnerà ai beneficiari negli uffici postali abilitati. Da luglio le famiglie potranno iniziare a utilizzare i buoni nei negozi aderenti alla convenzione con il Ministero dell’Agricoltura, in base alla quale saranno tenuti ad aderire “a piani di contenimento dei costi” da “attuarsi anche attraverso apposita scontistica”. Se non si effettua il primo pagamento entro il 15 settembre, si decade dal contributo. Gli importi non utilizzati, che risulteranno a seguito di un monitoraggio svolto da Poste Italiane da ottobre, saranno accreditati sulle Postepay delle famiglie che hanno usufruito regolarmente del contributo. Per quanto riguarda l’assegnazione dei buoni, le carte saranno distribuite ai comuni per il 50% in base alla popolazione residente e per la parte restante in base alla differenza tra reddito medio pro capite comunale e quello nazionale. Sono stanziati 500mila euro per la promozione, “sui principali mezzi di comunicazione”, di una campagna pubblicitaria volta a diffondere la conoscenza della Carta Risparmio.