Non voleva abbandonare la sua casa e credeva di essere in sicurezza. Che quei sacchi di sabbia messi alle finestre potessero contenere la furia dell’acqua che, in pochi minuti, lo ha stritolato. Giovanni Pavani, 75enne del comune del Ravennate di Castel Bolognese, che aveva lavorato per tutta la vita in un mobilificio di Imola, lo stava spiegando alla sua vicina al telefono, che tentava in tutti i modi di convincerlo ad andarsene dalla sua casa al piano terra di via Marzari. La donna, Marina Giacometti, lo chiamava dalla casa di Martina, figlia della signora, che era al primo piano. Ma Giovanni non ha voluto mollare, racconta il Corriere della Sera che ricostruisce i suoi ultimi momenti di vita. “A questa casa ci sono affezionato, Marina, ho messo i sacchi di sabbia alle finestre, vedrai che basteranno. Non mi muovo di qui”, ha detto parlando al telefono con Marina. Una telefonata di quasi 50 minuti, interrotta all’improvviso dalla piena del Senio, che ha raggiunto anche il piano terra di Giovanni. Drammatici gli ultimi minuti: “Ho freddo, tanto freddo — ripeteva l’uomo al telefono — L’acqua è entrata e sta salendo, vedo i mobili che girano per casa”. Marina ci ha riprovato, per l’ultima volta: “Mettiti in piedi sul tavolo, intanto io chiamo i soccorsi, dai che ce la facciamo…”. Poi la comunicazione si è interrotta. E il corpo di Giovanni, morto nella notte tra martedì e mercoledì, è stato trovato sotto due metri d’acqua. Nel suo caso la Procura indaga per omicidio colposo contro ignoti in quanto alcuni vicini hanno segnalato di avere invano richiesto aiuto perché preoccupati per la sorte dell’uomo.

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